I ristoratori consegnano le chiavi ai sindaci. "Condannati a morte"

La protesta simbolica in molte città italiane. Un sondaggio: il 55,8% ridurrà il personale

I ristoratori consegnano le chiavi ai sindaci. "Condannati a morte"

Come tanti San Pietro tristi e inoccupati, ieri migliaia di ristoratori ed esercenti di tutta Italia hanno radunato le chiavi dei loro locali e sono andati a consegnarle nelle mani dei sindaci. Una protesta simbolica, quasi una resa, un fate voi da parte di un settore che sta pagando un prezzo elevatissimo alla chiusura da lockdown. E che segue il flash mob di martedì sera, con un centinaio di migliaia di locali aperti, le luci accese, i tavoli vuoti, in una desolazione più triste di un quadro di Edward Hopper.

La mensa è finita, andate in pace. E i numeri sono devastanti. Secondo Coldiretti la serrata obbligata è costata già 5 miliardi di euro, prolungando le stime del buco fino al 1° giugno, giorno della prevista riapertura. E i minori introiti, i costi per l'adeguamento dei locali, il distanziamento, la paura comprensibili dei clienti a tornare a fare la vita precedente farà sì che almeno per tutto il 2020 non si riuscirà a recuperare granché. Quel che è perso è perso, quel che si recupererà è tutto da vedere. Il 2020 sarà in ogni caso l'annus horribilis di uno dei settori iconici del made in Italy. Con la Fipe, la federazione dei pubblici esercizi, che calcola in 50mila le aziende destinate a morire e 350mila persone che perderanno il lavoro.

Quindi in tutte le città ieri è stato il key day, il giorno delle chiavi. A Milano una delegazione di gestori di ristoranti e locali pubblici si è recata carica di metallo al Comune di Milano ed è stata ricevuta dall'assessora alle Politiche per il lavoro, Attività produttive e commercio Cristina Tajani: «Siamo vicini alle istanze e alle preoccupazioni espresse questa mattina dai titolari di bar, ristoranti e pubblici esercizi. Come amministrazione stiamo già mettendo in campo tutti gli strumenti di nostra competenza: dall'abbattimento dei canoni occupazione suolo per chi metterà tavolini all'esterno sino alla dilazione di Tari e altre imposte comunali. Ma le chiavi dovrebbero essere prese in consegna da governo e Regione».

A Roma la consegna delle chiavi avverrà oggi, nelle mani de presidente dell'assemblea Marcello De Vito. A Ostia, quartiere balneare della capitale, i ristoratori hanno approfittato della visita di ieri della sindaca Virginia Raggi per la consegna simbolica: «Non chiediamo di riaprire subito, m di farlo in condizioni normali, e non con tutte quelle limitazioni, perché così le attività muoiono».

E ieri un sondaggio condotto dal Golosario e dalla rivista Luxury e al quale hanno risposto 272 ristoranti di tutta Italia ha messo in fila le priorità: accesso al credito a fondo perduto (34,5 per cento), stop ai pagamenti F24 fino a ottobre (25,7) ed estensione del periodo di cassa integrazione (23,9).

Il 46,9 per cento dei ristoratori crede che il delivery non possa essere una soluzione, mentre il 55,8 per cento prospetta un ridimensionamento del personale, la metà la riduzione dei piatti in carta e il 36 per cento quella dei prezzi. Che brutto menu per i nostri pasti futuri.

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