Cronache

I ristoratori in piazza. Multe alla disperazione

Di prima mattina hanno portato in piazza le sedie vuote dei loro locali, simbolo di una crisi che si annuncia irreversibile

I ristoratori in piazza. Multe alla disperazione

Di prima mattina hanno portato in piazza le sedie vuote dei loro locali, simbolo di una crisi che si annuncia irreversibile. Alcuni si sono seduti tranquilli, in segno di protesta, ben distanziati e con la mascherina. Un flash mob all'Arco della Pace, nel centro di Milano, promosso da ristoratori, baristi e gestori di esercizi pubblici. Dopo qualche ora è arrivata la Digos e sono scattate le sanzioni per violazione del divieto di assembramento previsto dalle misure anti contagio.

Multe alla disperazione: «Hanno multato anche noi dipendenti - racconta in lacrime una cuoca che si era unita al titolare - Ci hanno chiesto i documenti e poi ci hanno fatto il verbale. Non abbiamo neppure manifestato... Sono venuta qui a difendere il mio lavoro e adesso mi ritrovo 400 euro da pagare: un terzo del mio stipendio».

Il paradosso di una categoria che non riesce a pagare l'affitto e viene stangata con multe salate. In tutto in piazza ieri c'erano tra le 20 e le 30 persone, circa 15 sono state sanzionate. Sono più o meno 7mila gli esercizi pubblici milanesi. Secondo le stime, il 20 per cento non ce la farà a riaprire il primo giugno. Si è già arreso.

Nel pomeriggio di martedì i rappresentati delle associazioni hanno chiamato in Questura preannunciando l'iniziativa. «Hanno dato il permesso a 4-5 di noi di portare le sedie», dicono. «Abbiamo detto loro chiaramente che gli assembramenti non sono consentiti», ribattono da via Fatebenefratelli. Intorno alle 7.30 c'erano poche persone, poi con il passaparola sono arrivati gli altri commercianti. La manifestazione si è prolungata per circa cinque ore, si sono aggiunti giornalisti e telecamere. «Inizialmente gli agenti del commissariato ci hanno chiesto i documenti - sottolinea Paolo Polli, ristoratore, tra gli organizzatori del flash mob -, più tardi è arrivata la Digos e hanno cominciato a fare le multe. Ho tentato di convincerli a venirci incontro e a calmare gli animi, ma come comprensibile è esplosa la rabbia dei miei colleghi. Una signora con due dipendenti ha provato a protestare e insieme si sono beccati 1.200 euro di verbale». La tensione è salita.

Dalla Questura viene precisato che si è trattato di un «intervento inevitabile». Le misure di contenimento del contagio, viene spiegato, non consentono le riunioni di più di due persone in luoghi pubblici. Il divieto di assembramento non ha nulla a che fare con il rispetto delle distanze. «La norma c'è e non potevamo fare altrimenti». Vale per tutti, assicurano in via Fatebenefratelli, per i bimbi al parco e per lo sport di squadra.

«In questo periodo abbiamo multato tutti i trasgressori, senza fare differenze: i centri sociali il 25 Aprile, le persone che hanno reso omaggio a Ramelli il 29, i gilet gialli alcuni giorni fa in piazza Duomo». In serata il questore Sergio Bracco ha incontrato gli organizzatori dell'iniziativa: «In un clima di cordialità», si legge in una nota. I manifestanti «hanno riconosciuto che la situazione è un po' sfuggita loro di mano perché è accorsa tanta gente».

Rimane lo sconforto di una categoria che non vede l'uscita dal tunnel. Polli si è fermato all'Arco della Pace, seduto sulla propria sedia: «Sto qui finché il questore non annulla le multe - dice - Per noi questa emergenza è un bagno di sangue. Molti continuano a pagare affitti da 9mila euro al mese, sono appena arrivate le bollette di marzo per spazzatura e occupazione del suolo pubblico... Paghiamo e non lavoriamo da mesi. E non possiamo mollare i nostri dipendenti senza soldi.

Per i ristoratori nessuno ha fatto nulla, non è arrivato alcun aiuto».

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