Il leader della Lega Nord Matteo Salvini alla manifestazione eurosovranista di Milano ha rilanciato la flat tax. La riforma fiscale che dovrebbe ridurre le aliquote Irpef da quattro a una sola. Asse portante del vecchio programma del centrodestra, ancora oggi punto di contatto più solido nei rapporti tra il Carroccio e Forza Italia. Salvini ha riproposto la tassa piatta nella versione più radicale, con un'unica aliquota al 15%. «Se ci date i numeri, la faremo», ha assicurato. Messaggio rivolto agli alleati di governo che hanno risposto con il solito «nì» del leader M5s Luigi Di Maio. È noto quanto la maggioranza di governo sia divisa sui temi economici. Quello che sembra non essere ancora chiaro è che, una volta a Bruxelles, nemmeno i leader europei ospitati sul palco di Piazza Duomo si riveleranno buoni alleati per attuare una riforma del fisco così radicale e dispendiosa. Sotto il simbolo della Lega sabato c'era il portavoce di Afd (Alleanza per la Germania) Jörg Meuthen. Sabato non si è sbilanciato. Ha esposto la sua tesi più cara: «Ciascuno decida nella sua patria». Ma si è dimenticato di citare l'altro pezzo di dottrina sovranista tedesca che generalmente ha per oggetto proprio l'Italia. Roma «è responsabile della sua politica di bilancio» e per questo «deve assumersi le conseguenze che ne derivano. L'Europa può funzionare solo come l'Europa delle Patrie. Al contrario, l'attenuazione europea delle responsabilità porta all'irresponsabilità e alla discordia». Nessun margine di manovra per chi chiede di fare politiche in deficit. Porte chiuse ai programmi di salvataggio di banche e finanze pubbliche.
Non va meglio con l'Olanda. Paese piccolo, ma influente in Europa. Sabato a fianco di Salvini c'era il leader del Pvv Geert Wilders (ormai surclassato dai conservatori del FvD guidati da Thierry Baudet). I populisti olandesi portano alle estreme conseguenze quella che è sempre stata la politica di Amsterdam. Rigore estremo e scarsa tolleranza verso i paesi del Sud. Wilders si è spinto addirittura a criticare le politiche anti crisi della Bce definendole «tossiche». Ieri è stato chiaro. La Flat tax? «Io penso che l'Italia possa fare al suo interno quel che vuole. E comunque non sarò io a pagare per questo». Sul palco di Milano era previsto anche Harald Vilimski, europarlamentare del Fpö, il partito austriaco della libertà nei guai per lo scandalo che ha coinvolto il leader Heinz-Christian Strache. Il governo di Vienna, popolare e populista, è il capofila degli stati che chiedono tolleranza zero verso l'Italia. Anche ora che è dimissionario non mancherà di fare sentire la sua voce quando si tratterà di mettere in mora l'Italia per il debito eccessivo.
Unico vero alleato di Salvini, Marine Le Pen. La leader del Front national non ha mai sostenuto la linea rigorista e si è espressa più volte contro i vincoli europei di bilancio. Ma non è una novità. La Francia su questo fronte è sempre stata un interlocutore utile all'Italia. Anche con i socialisti, persino con Macron.
Se l'Italia vorrà ottenere margini di spesa per attuare riforme, dovrà cercare il consenso di Parigi e di Berlino, senza guardare al colore dei governi in carica. Più che le famiglie politiche in Europa contano gli interessi nazionali. Il sovranismo è già una realtà nell'Ue e per l'Italia non è una buona notizia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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