Milano Un fuoco di fila incessante. Fatto di interrogazioni, mozioni, emendamenti. Forza Italia si muove compatto per tentare in ogni modo di raddrizzare una manovra che porterà il Paese al colasso. «La crescita rimane un miraggio - avverte Mariastella Gelmini, capogruppo azzurro a Montecitorio - . Il bilancio dello Stato va totalmente riscritto in chiave di sviluppo, cancellando spese inutili e riducendo con quei risparmi la pressione fiscale». Forza Italia punta il dito contro il crollo della produzione industriale. «È il frutto di politiche sbagliate - denuncia Lucio Malan, vicecapogruppo vicario degli azzurri a Palazzo Madama - . La tasse vecchie, le tasse nuove che incombono come la plastic tax e la sugar tax, l'imposizione di sempre più numerosi adempimenti burocratici, l'incertezza derivante da misure demagogiche insostenibili senza prospettiva che vada al di là delle elezioni regionali del mese seguente, le manette proposte come rimedio a ogni male vero o presunto non possono che dare questi frutti». Non ci può essere sviluppo economico se viviamo, spiega lo stesso Malan, in un Paese dove «per aprire un negozietto ci vogliono più carte che per far partire un grande stabilimento negli altri Paesi». D'altronde il costo del credito e dell'energia non ha pari, avverte il senatore azzurro, in nessun Paese dell'Ue. «Occorre - conclude Malan - un cambio radicale che questo governo non è in grado di mettere in atto».
«Siamo un Paese in recessione ma - commenta la deputata azzurra Claudia Porchietto - ci comportiamo come se non lo fossimo tanto e questa supponenza continua a farci precipitare sempre più in basso. Il Decreto Dignità è stato asfaltato dai numeri sull'occupazione».
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