I vaccini spaccano le toghe. E l'Anm fa mezzo dietrofront

Il sindacato smorza i toni: "Nessuna minaccia". Anche gli stessi giudici non ci stanno. Md: messaggio sbagliato

I vaccini spaccano le toghe. E l'Anm fa mezzo dietrofront

La legge è uguale per tutti, ma non tutti sono uguali. E a leggere la nota dell'Anm che «minaccia» di rallentare la macchina della giustizia in caso di mancata vaccinazione della categoria, viene da pensare che tra i «più uguali degli altri» ci siano proprio le toghe, smaniose di saltare la fila per rendersi immuni, quando persino il capo dello Stato ha aspettato il suo turno per andare a vaccinarsi. L'uscita dell'Anm si è rivelata un clamoroso autogol e ha provocato una generale alzata di scudi, tra dichiarazioni polemiche della politica e lo scherno dei social. Tra i primi a sparare a zero sull'arrogante richiesta dei magistrati è stato il leader della Lega, Matteo Salvini che su Facebook ha definito «una vergogna» il «modello Palamara anche per farsi vaccinare prima». Invita le toghe «a mettersi il cuore in pace» e «ad aspettare il proprio turno» per la vaccinazione contro il Coronavirus anche il senatore azzurro Franco Dal Mas, componente della commissione Giustizia di palazzo Madama. Il no agli aut-aut arriva dal procuratore di Milano Francesco Greco: «Ritengo che la tutela delle vite umane, in particolare in questo momento quelle dei più anziani e delle persone più fragili, siano assolutamente prioritarie. Non c'è servizio pubblico che tenga davanti alla necessità di salvare delle vite umane». Ammette l'effetto boomerang di quel documento dell'Anm Mariarosaria Guglielmi, segretaria generale di Md, che ricorda come, «prospettando una possibile sospensione dell'attività giudiziaria, con provvedimenti peraltro adottati dai dirigenti degli uffici giudiziari, in relazione alla mancata inclusione nel piano strategico vaccinale dei lavoratori del comparto giustizia, abbiamo commesso un errore». E in particolare, prosegue l'esponente di Md il «messaggio sbagliato» è stato quello di «considerarci come categoria che rivendica una tutela prioritaria». Va controcorrente l'ex procuratore capo di Torino Armando Spataro, che invece dice di considerare «giuste e condivisibili» le posizioni espresse dall'Anm, che non evidenzierebbe a suo dire un «privilegio», ma solo «l'importanza della funzione dei magistrati».

Ma, come detto, lo stesso numero uno dell'Anm Santalucia, ieri, ha fatto dietrofront. «Nessuna minaccia di sospensione dell'attività giudiziaria. L'Associazione nazionale magistrati non sospende nulla, non ne ha il potere, non ha mai pensato di farlo», ha provato a frenare il magistrato, spiegando di aver voluto solo rappresentare «a chi ha compiti organizzativi di valutare se ruoli stracarichi di procedimenti, udienze affollate possano oggi convivere con il problema drammatico di una recrudescenza del contagio». Anche il segretario Anm Salvatore Casciaro fa il pompiere, e spiega che l'intenzione era solo quella di proporre di «ridurre il più possibile le udienze in presenza o di limitarle alle urgenze». In soccorso dell'Anm arriva anche il sottosegretario alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto. Per lui quell'avvertimento delle toghe non è «un tentativo di condizionamento» ma solo «la richiesta responsabile di un approfondimento sui rischi che si corrono nei tribunali». Dalla parte dell'Anm anche l'ex presidente dell'associazione, Luca Poniz, che definisce «inutile e volgare» la polemica. Ma, come detto, la presa di posizione dell'Anm in larga parte è stata letta come un tentativo di «forzare la mano» per spingere in alto nella fila i magistrati. La stessa Anna Macina, omologa di Sisto alla Giustizia, invita a «evitare contrapposizioni». Di stop «incredibile» parla il capogruppo di Iv al Senato Davide Faraone, di «assurda pretesa di una corsia preferenziale» il senatore azzurro Maurizio Gasparri, mentre pure la vicepresidente dei gip di Milano, Ezia Maccora, spiega: «Non voglio passare avanti a nessuno e aspetto il mio turno come è giusto che sia». Duro il consiglio nazionale forense, che esprime «preoccupazione e stupore» per l'invito a rallentare l'attività giudiziaria arrivato dall'Anm, attività peraltro «già rallentata da oltre un anno a causa della pandemia».

Anche il presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Roma, Antonino Galletti, invita a discutere, ma «senza dettare pericolosi aut aut». Duro anche il commento di Gad Lerner, che su Twitter si chiede se non sia più urgente che vaccinare i magistrati immunizzare dal Covid le badanti.

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