Le produzione industriale nel 2017 ha avuto una crescita del 3,1% sul 2016. A fine anno era a 99 fatto 100 il 2010, l'anno base attuale, che è il 10% in più del 2008, l'anno di picco prima della grande crisi. Dunque, l'industria non è ancora uscita del tutto dal pozzo in cui era caduta, È quasi fuori, non certo per merito di Renzi e delle sue «riforme». Infatti tra le industrie più cresciute nel 2017 spicca quella dei mezzi di trasporto (+5,6%) che si è giovata dei contratti aziendali Fiat in deroga al Jobs Act. Il recupero di Fca sui mercati mondiali è merito di chi lo ha realizzato. Il comparto manifatturiero a maggior crescita nel 2017 è quello dei beni di consumo durevoli (+7,1%). La politica monetaria permissiva ha rilanciato sia in Italia che all'estero il credito a rate. Il made in Italy si afferma nel mondo, per il suo design, la sua elevata qualità tecnologica, la sua varietà. La nostra industria, trainata soprattutto dalla domanda estera ha un tasso di crescita del 3,1% mentre quello del Prodotto interno lordo è circa lo 1,5%. Poiché l'indice della produzione industriale è un dato fisico mentre il Pil misura il valore economico a prezzi costanti non possiamo dire che la produzione industriale cresce il doppio del Pil, ma certamente cresce di più del Pil. Perciò c'è una parte del Pil che cresce meno dello 1,5% o non cresce. Si tratta della seconda gamba dell'economia: la produzione edilizia e delle costruzioni. A differenza della produzione industriale in senso stretto, l'edilizia non è ancora uscita dal profondo pozzo in cui l'hanno fatta piombare il governo Monti e i successivi governi Pd, i cui leader si scandalizzano quando Berlusconi fa proposte ragionevolissime per far uscire l'edilizia dalla crisi in cui sta. L'indice Istat della produzione nelle costruzioni alla fine del 2017 è al livello 68, fatto 100 il 2010, e ha perso 2 punti fra la fine del 2015 e il dicembre 2017, senza mai invertire la rotta. Renzi non si può tranquillizzare con l'indice dei permessi di costruzione misurati in mq di superficie dei fabbricati non residenziali che è risalito dal livello 40 a cui era a metà del 2016 al livello 63 a metà del 2017 per appiattirsi a 60 a fine anno.
E soprattutto non si può consolare con l'indice dei permessi di costruzione dei fabbricati residenziali, è salito da 38 in cui era all'inizio del 2016 a 48 alla fine del 2017. I mutui immobiliari ora costano meno, ma i permessi di costruzione richiedono lunghe trafile e sulla casa gravano tasse patrimoniali.
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