Le montagne dal profilo elegante sono di nuovo pronte a tuffarsi nel mare affollato di turisti. La quiete dell'inverno è finita: le sobrie ville da sogno riaprono, le boutique del borgo calamitano sempre i ricchi russi e la loro eterna nostalgia dell'Italia, al Grand Hotel Imperiale non si trova una suite che sia libera, anche se i prezzi lievitano oltre quota duemila euro. E la nuovissima penthouse del Byron è già stata prenotata per tutto luglio da uno di quegli arabi che si trovano solo sulle favole. Si, Forte dei Marmi è un rito che non ha prezzo. È un brand, come dicono oggi gli strateghi del marketing, mondiale: stranieri, ammaliati da quella doppia cartolina, la vista contemporanea sulle Alpi Apuane ricoperte dal marmo che regala pure ad agosto l'illusione ottica della neve, e sulle acque morbide del Tirreno caro a D'Annunzio e Carrà; e poi le grandi famiglie dell'alta borghesia e dell'aristocrazia, dai Moratti ai Caprotti fino ai Pacelli, che hanno messo solide radici fin dagli anni fascinosi del Dopoguerra.
Quest'inverno però il partito dei vip non ha mai smobilitato. C'era da combattere una guerra e allora gloriosi capitani d'industria, marchesi blasonati e professionisti affermati hanno trasformato Roma Imperiale, forse il quartiere d'Italia con i prezzi più vertiginosi al metro quadro e redditi da Montecarlo, in un caposaldo della resistenza al sindaco, alla sua giunta e all'idea, eccentrica al punto di essere considerata folle, di voler trasferire il luna park proprio a ridosso dei confini di questa delicatissima zona. Uno sfregio inaccettabile per gli equilibri precari del borgo. Le giostre da sempre stanno al lato opposto del paese, nella zona di Vittoria Apuana, ma nei mesi scorsi il primo cittadino Bruno Murzi, a sua volta cardiochirurgo pediatrico d'eccellenza, si è fatto venire l'idea di fare il solletico ai potenti che sono il biglietto da visita del Forte.
Risultato: tutti contro il trasloco e tutti insieme a intasare la casella di posta elettronica di Fernanda Giulini, imprenditrice, collezionista di strumenti antichi e speaker indiscussa del partito antispeculazione, antilottizzazione, antidegrado. Almeno un centinaio di email grandi firme che hanno messo in grandi difficoltà il sindaco: Murzi non ha ancora formalmente innestato la retromarcia ma poco ci manca e ha bussato, con vistosi articoli sulla stampa locale, alle porte dei municipi vicini, da Seravezza a Montignoso, per provare a delocalizzare seggiolini, decibel e rabbia altolocata.
Tutti a scrivere, tutti a protestare, e qualcuno ci ha aggiunto pure commenti non proprio oxfordiani, tutti all'indirizzo della Giulini che raccorda le voci illustri del Forte attraverso la presidenza dell'Ente Ville Versiliesi, baluardo insuperabile, proprio nei luoghi in cui correva ai tempi della Seconda Guerra Mondiale l'altrettanto inespugnabile Linea Gotica.
L'elenco di chi ha animato la crociata antigiostre è in parte criptato, ma i nomi che affiorano sono un pezzo di storia italiana. Il principe Duccio Corsini, la marchesa Elisabetta Frescobaldi, i Ricasoli, pezzo pregiato di nobiltà toscana con affaccio sull'epopea postrisorgimentale, una pioniera del corpo diplomatico al femminile come l'ambasciatrice Elisabetta Kelescian, il presidente di Beni Reali, Federico Sassoli de Bianchi, big dell'immobiliare, architetti prestigiosi e principi del foro. Doppi cognomi che rimbombano ovattati, parentele importanti, alberi genealogici che sfidano i secoli.
Per qualche tempo i sospetti, i dubbi e le malignità avevano preso di mira un altro concittadino, famoso in tutto il mondo: il tenore Andrea Bocelli che, combinazione, ha dimora e uno stabilimento balneare fresco di ristrutturazione proprio dalle parti di Vittoria Apuana. Che ci fosse lui dietro l'idea di far sloggiare le luccicanti attrazioni?
Poi la nebbia si è diradata insieme alle congetture.
Il sindaco prova a smarcarsi, ora anche un documento della Salt, la società che gestisce la vicinissima autostrada, fissa paletti molto rigidi e complica la sempre più difficile marcia di avvicinamento a Roma Imperiale.La profanazione del sacro suolo pare scongiurata, lo skyline resta intatto: non sarà l'effetto baraccone a turbare l'estasi che Forte regala ai suoi ospiti.
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