La bambina ha sette anni e ha già capito cosa vuol dire avere paura di essere ebrea. Vittima di quello che i giornali tedeschi hanno etichettato «bullismo religioso». Finita nel mirino dei compagni musulmani. Presa a spintoni e schiaffi, offese e insulti. Minacce. Questo, di Berlino, è solo l'ultimo caso di una lunga, lunghissima serie che sta preoccupando la Germania. Bambini ebrei anche piccolissimi vittime di mobbing religioso; intolleranza e clima d'odio che fanno paura e preoccupano. Ecco perché una decina di imam andranno nelle classi a parlare di dialogo e tolleranza. L'iniziativa è inedita ed è stata presa dal Consiglio centrale dei musulmani tedeschi per contrastare il fenomeno dell'antisemitismo nelle classi. E hanno esteso l'invito ai rabbini per poter organizzare l'iniziativa insieme.
Un allarme crescente, nella capitale e nelle altre città della Germania. A detta della Rias, l'associazione per la ricerca e la racconta di informazioni sull'antisemitismo della capitale tedesca, nel corso del 2017 sono stati segnalati 18 episodi di bullismo che avevano come motivazione quella religiosa.
E i casi si sprecano. Dai graffiti con insulti nei bagni alle minacce verbali, fino alle aggressioni. L'anno precedente i casi segnalati erano stati solo sette. Tuttavia, a detta del capo del progetto, Benjamin Steinitz, si tratterebbe solo della punta dell'iceberg: «Ho l'impressione che non tutti i casi vengano alla luce». Questo perchè tra molti genitori, e tra i bambini stessi, vi sarebbe la preoccupazione che la loro situazione peggiorerà se un'eventuale offesa o episodi di «bullismo religioso» venissero denunciati.
L'anno scorso era stato l'American Jewish Committee a pubblicare un'inchiesta condotta tra gli insegnanti di Berlino, dalla quale emergeva una forte presenza di stereotipi antisemiti nelle scuole. L'espressione «tu, ebreo» è quasi intesa come un insulto. Nasce da questo clima l'iniziativa del Consiglio centrale islamico tedesco: «L'intento è di far sì che le personalità religiose che intendiamo inviare nelle classi propongano la via del dialogo, dell'informazione e del rispetto reciproco», ha detto il presidente del Consiglio, Aiman Mazyek, il quale si augura che «le comunità ebraiche partecipino al progetto, che potrebbe essere poi esteso a tutto il territorio nazionale».
Altri casi sono stati segnalati in altre città, da Francoforte a Stoccarda, così come nell'area della Ruhr. Spesso, spiega alla Welt il capogruppo della Spd a Berlino, Raed Saleh, «è proprio dai genitori che viene trasmesso ai ragazzi il sentimento d'odio» verso i compagni di scuola ebraici.
E sembra preoccupato anche il presidente del Consiglio centrale ebraico della Germania, Josef Schuster: «Si tratta di fenomeni in crescita soprattutto nelle grandi città e Berlino ha un ruolo guida», che poi avverte: «Nessun bambino nasce con pregiudizi razziali». Come dire: l'educazione è tutto. E come dargli torto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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