Profonde ferite alla testa e una fascetta da elettricista stretta attorno al collo. È morto così Antonio Olivieri, imbianchino di cinquant'anni, trovato ieri mattina nello scantinato di un palazzo di via Roma, nel pieno centro di Sestri Levante, comune del levante genovese.
A scoprire il cadavere nel palazzo in cui la vittima abitava, sono stati due colleghi, che sono subito corsi ad avvertire la Polfer, perché la stazione ferroviaria si trova a poca distanza dal teatro del delitto. Sul posto sono arrivati gli agenti della squadra mobile di Genova, che hanno effettuato i primi rilievi e ascoltato gli inquilini dello stabile, per sapere se in quelle ore abbiano notato qualcosa o qualcuno di insolito. Sentiti anche familiari e gli amici della vittima. Il caso è stato affidato al pm Giancarlo Digennaro, che sta tentando di ricostruire le ultime ore di Olivieri, i suoi spostamenti, i suoi contatti e sta scavando nella vita privata per provare a capire chi poteva volerlo morto.
Nel momento del ritrovamento il corpo si trovava in una pozza di sangue. Il cinquantenne presentava una serie di ferite alla testa e una fascetta di quelle usate dagli elettricisti attorno al collo. Secondo una prima ricostruzione è verosimile che il cinquantenne sia stato aggredito mentre si trovava di spalle con un corpo contundente. Poi l'assassino lo avrebbe finito, soffocandolo.
La vittima era conosciuta a Sestri perché era anche su Facebook tra gli amministratori del gruppo «Mugugni del Comune di Sestri Levante», che ieri è stato «temporaneamente disattivato per lutto».
Ma Olivieri negli ultimi tempi non aveva avuto una vita facile, da quello che hanno confermato le persone che gli erano più vicine. Si era separato dalla moglie, Gesonita Barbosa, trentacinquenne di origine brasiliana, non molto tempo fa. Con lei aveva un rapporto conflittuale, tanto che i due figli della coppia, entrambi minorenni, erano stati affidati proprio a lui. In passato, però, era stato indagato per maltrattamenti nei confronti dell'ex, ma l'accusa era stata archiviata. Due giorni fa in tribunale a Genova era stata invece lei ad essere imputata in un processo, perché accusata di aver dato fuoco, proprio sotto casa, al motorino dell'ex marito.
Per questo motivo recentemente la brasiliana, che si fa chiamare Anita Brandao, era stata condannata a 12 mesi in libertà controllata e al risarcimento del danno. Secondo alcune testimonianze avrebbe più volte minacciato l'ex marito. Ieri è stata trovata a casa di un amico e agli agenti della squadra mobile fornito un alibi.TPa
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