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Immigrati, al collasso i centri di accoglienza

In 5 giorni oltre 4.000 arrivi. I clandestini vengono spediti dalla Sicilia alle Regioni del Nord. Ed è polemica

Trasferiti 184 immigrati dal Centro di prima accoglienza di Lampedusa
Trasferiti 184 immigrati dal Centro di prima accoglienza di Lampedusa

Nel giro degli ultimi giorni sono sbarcati in Italia oltre quattromila clandestini. Rispetto al 2014, anno drammatico per l'immigrazione che ha visto arrivare in Italia oltre 180mila disperati, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni dice che gli arrivi sono già aumentati del 59%. I centri di prima accoglienza sono già al collasso. Lampedusa, tanto per fare un esempio, è già in ginocchio. Oltre mille persone - i numeri esatti parlano di 1.195 - sono state portate in contrada Imbriacola dove la capienza massima è di 381 ospiti. E così alcune centinaia di extracomunitari sono state trasferite con un ponte aereo attuato con velivoli dell’Aeronautica militare, ma nelle altre Regioni non è facile trovare posto e anche alcuni amministratori locali delle regioni del Nord sembrano non gradire l’arrivo degli immigrati.

"Il centro d’accoglienza è stracolmo - ha denunciato il sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini - sono più di mille gli ospiti ammassati e nonostante i trasferimenti di ieri e di oggi rimarremo ad oltre 900 persone". La provincia di Agrigento, la Sicilia e il Mezzogiorno d’Italia sono in piena emergenza. La Nicolini ha lanciato un appello ai sindaci e ai presidenti delle Regioni del Nord Italia affinché accolgano gli immigrati salvati nel canale di Sicilia e, al momento, ospitati a Lampedusa. Gli operatori della Misericordia, infatti, faticano a gestire l’emergenza umanitaria all’interno di una struttura che sta scoppiando. "Tante le difficoltà logistiche - dice l’ente gestore - anche per approvvigionare il magazzino di beni di prima necessità". Fra gli ospiti del centro d’accoglienza c’è un gruppo sospettato di aver contratto la scabbia e pertanto sottoposto a blocco sanitario. Fino a quando i controlli medici non saranno conclusi, queste persone non saranno trasferite in altre strutture.

L'appello del sindaco di Lampedusa alle Regioni del Nord Italia è destinato a cadere nel vuoto. In Lombardia è stato alzato un vero e proprio muro contro i nuovi arrivati. L’assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi ha proposto "una vera e propria disobbedienza civile" ai Comuni della Lombardia. "Pronuncino un 'no' forte e risoluto alla richiesta delle Prefetture di ospitare altri profughi - ha invitato l’esponente di Fratelli d'Italia - se, come afferma l’assessore comunale milanese Majorino, 'Milano ha già dato', lo stesso vale per tutte le altre realtà territoriali della nostra regione". Polemica è anche l’assessore regionale lombardo alla Sicurezza Simona Bordonali (Lega Nord) che ha saputo dell'arrivo di 500 profughi a Milano. La Bordonali ha fatto sapere che "la Regione non ha ricevuto alcuna informazione" a riguardo poiché "non è stata coinvolta" dal governo nelle decisioni sui flussi migratori. Su chi ospiterà i nuovi arrivati, la Bordonali ha risposto che "saranno costretti a prenderli gli enti locali, come accaduto fino a oggi" e che la Regione Lombardia ha "difficoltà strutturale ad accogliere" altri clandestini.

Anche in Veneto gli amministratori locali sono in prima linea per fermare quella che è una vera e propria invasione. "Gran parte di loro non sono profughi, al di là di quello che c’è scritto sui loro documenti, ma veri e propri criminali - spiega il sindaco leghista di Padova, Massimo Bitonci - accoglierli è sbagliato, i criminali non si accolgono, si spediscono a casa". Una protesta che sembra non avere colore politico. A Treviso trentacinque stranieri, tra cui una decina di minorenni, hanno passato la notte a bordo del pullman con cui erano arrivati in città. Il sindaco Giovanni Manildo (Pd) ha fatto sapere che non ci sono più posti. La Prefettura non ha ancora trovato soluzioni alternative.

I trentacinque immigrati sono assistiti dalla Caritas, che ha portato loro i pasti nell'autobus parcheggiato davanti alla stazione, e dal personale della Polfer, che ha aperto per la notte i bagni della stazione ferroviaria.

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