Immigrati, Europa e alleanze Ecco la ricetta di Tajani

Il presidente del Parlamento Ue attacca il Pd sullo ius soli e «spinge» Lega e Fdi verso il campo centrista

Immigrati, Europa e alleanze Ecco la ricetta di Tajani

«L a legge sullo ius soli non può essere al centro di una volgare strumentalizzazione per prendere voti in una campagna elettorale di fatto già aperta. Per accogliere e integrare gli altri dobbiamo prima riscoprire la nostra identità e le nostre radici». Il presidente del parlamento europeo, Antonio Tajani, apre la seconda giornata della convention di Forza Italia, che ha organizzato a Fiuggi e subito manda un messaggio al premier Gentiloni: «Se fossi il capo del governo chiederei al Consiglio europeo, perché sua è la competenza, di affrontare a quel livello la questione della cittadinanza, perché siano fissate norme comuni. Oggi, infatti, chi diventa cittadino italiano, come tedesco o spagnolo, diventa automaticamente cittadino europeo».

Si attende Silvio Berlusconi, all'incontro che riunisce il quartier generale azzurro, tutti gli amministratori locali e rappresentati delle categorie professionali. E sono già in prima fila il segretario del Ppe Antonio Lopez-Isturiz White e la commissaria europea per l'Economia Marika Gabriel, che interverranno oggi, prima della chiusura affidata al Cavaliere.

Intanto si succedono al Palazzo della fonte dibattiti anche su immigrazione, terrorismo, sicurezza. Tajani accentua i toni moderati ed europei dell'approccio ai problemi che più preoccupano i cittadini e lancia segnali di equilibrata riflessione agli alleati del centrodestra. «Io credo nel dialogo - spiega -, non all'aggressività. E la solidarietà è importante. Alimentare la paura non serve, perché nasce da chi non ha chiari i suoi valori, la sua religione, il suo modello di vita. Non dobbiamo togliere il crocefisso dalle scuole o rinunciare alle nostre libertà, al nostro concetto della donna e della famiglia, ma chiedere a chi vuole integrarsi di condividere questi principi, di fare una scelta».

A Lega e Fratelli d'Italia il presidente dell'europarlamento ricorda che «l'Europa è nel Dna del centrodestra, da De Gasperi a in poi e i problemi dell'immigrazione vanno affrontati da tutta l'Europa, con investimenti maggiori di quelli attuali, con un grande piano Marshall per l'Africa e accordi con la Libia, senza far prevalere gli interessi e singoli Paesi, com'è stato per la caduta di Gheddafi. I flussi clandestini vanno fermati, ma con tutte le garanzie del rispetto dei diritti umani nei campi libici».

Il dibattito è acceso sulla questione. L'ex presidente del Senato, Renato Schifani, afferma che finora «l'Europa è stata debole sull'immigrazione e serve un cambio di passo»; la presidente del Comitato Shengen Laura Ravetto accusa il Pd di mettere lo ius soli «al centro di una guerra fratricida, tra ortodossi di Renzi e uomini di Franceschini e Orlando», mentre il deputato azzurro Francesco Paolo Sisto dice che la cittadinanza non si vince «come in un concorso a premi, prima viene l'integrazione che ne è il presupposto».

L'Europa nuova che tutti chiedono nel centrodestra, potrebbe nascere dal momento particolare creato dalla Brexit.

L'inglese Charleston Tannock, del gruppo dei conservatori europei ma contrario all'uscita dura della Gran Bretagna dall'Ue, racconta con quante fake news i suoi connazionali sono stati convinti a votare «Leave», ma il costituzionalista Beniamino Caravita insiste che il processo è talmente complesso, lungo e costoso che potrebbe esserci un ripensamento dopo la possibile caduta del governo May. «Il messaggio per gli euroscettici - conclude Tajani, pensando alla Lega ma anche a Grillo - è che parlare di uscire dall'euro e dall'Europa è facile solo se non si valutano le reali conseguenze».

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