Gli immigrati in albergo a cinque stelle o mantenuti in strutture d'accoglienza e i poliziotti senza casa. Succede a Palermo, dove il Comune sta sfrattando una ventina di persone, dipendenti della Polizia di Stato, ma anche vedove di agenti o pensionati i quali, a causa di una sentenza del Tar, si troveranno presto senza casa.
Gli alloggi in questione sono quelli riservati agli appartenenti delle forze di polizia, costruiti nell'ex riserva reale del capoluogo siciliano. Nel 1994 la Prefettura di Palermo bandì un concorso per l'assegnazione in locazione di 139 alloggi. Contestualmente, furono formalizzate altre due graduatorie per altre 49 unità abitative riservate ai dipendenti di Guardia di finanza e Carabinieri, che nel 2007 sono state regolarmente alienate dagli uffici comunali.
Nel 1994 la Prefettura assegnò gli alloggi, gestiti dall'ente Iacp (Istituto autonomo case popolari), sottoscrivendo con ciascuno degli assegnatari un contratto di custodia degli appartamenti. Nonostante mancasse il certificato di abitabilità, l'ente gestore autorizzò gli inquilini ad abitare negli appartamenti, fornendo copia della concessione edilizia necessaria alla stipula del contratto per la somministrazione dell'energia elettrica. Gli agenti esclusi dalla graduatoria, però, impugnarono l'atto amministrativo e presentarono ricorso al Tar. Nel 2000 fu proprio il tribunale a ordinare alla Prefettura di Palermo di redigere un'altra graduatoria e furono individuati gli occupanti che avrebbero dovuto lasciare gli immobili. Le organizzazioni sindacali, però, si opposero e furono individuati 6 alloggi, tra quelli confiscati alla mafia, da assegnare ai 6 ricorrenti, che accettarono. L'intervento di una organizzazione sindacale, però, bloccò quell'accordo che avrebbe potuto essere risolutivo. Nel 2006 gli immobili passarono al Comune di Palermo.
«Nel 2014 - raccontano i poliziotti che rischiano di rimanere senza casa - il Tar ha stabilito che siamo custodi e non occupanti di fatto delle abitazioni, nonostante abbiamo corrisposto sempre il canone. Così vedove e pensionati stanno affrontando l'incubo di ritrovarsi per strada dopo 20 anni». Nei giorni scorsi ha avuto luogo anche un sit-in di protesta davanti alla Prefettura. «Perché - concludono i poliziotti - è palese che i loro errori hanno determinato una serie di ingiustizie.
Oltretutto, in Sicilia ci sono centri d'accoglienza in cui gli immigrati vengono mantenuti e bivaccano tutto il giorno o hotel in cui vivono da turisti e noi, servitori dello Stato da una vita, rischiamo di rimanere senza casa».Perché, come accade sempre più di frequente in Italia, per diverse categorie ci sono due pesi e due misure.
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