Imporre l'accoglienza di 2,5 immigrati ogni mille abitanti ai Comuni di dimensione media e di 1,5 per le grandi città. È la proposta contenuta nel piano presentato dall'Anci al Viminale per ripartire su tutto il territorio nazionale i disperati che ogni giorno continuano a sbarcare sulle nostre coste. Ad oggi ne sono già arrivati quasi 145mila, ben 5 per cento in più rispetto l'anno scorso, e tanti altri ne arriveranno nei prossimi mesi. Il governo Renzi non solo non è in grado di respingere quest'invasione senza fine, ma non riesce nemmeno a farvi fronte economicamente.
Nei centri di accoglienza gestiti da enti e associazioni sono già ospitati ben 165mila immigrati. Un numero impressionante che sicuramente andrà a ingrossarsi nei prossimi giorni. Per questo l'Anci, in accordo con il ministro dell'Interno Angelino Alfano, sta lavorando per aumentare il numero di Comuni (oggi già 2.200 su ottomila) che aderiscono allo Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). E per convincere i propri sindaci vuole stabilire regole precise, in modo che quelli che aderiscono sappiano a cosa vanno incontro. Per le città di grandi dimensioni, come Roma, Milano e Torino, è prevista una quota inferiore alle altre perché, come spiega il primo cittadino di Prato Matteo Biffoni, delegato dell'Anci all'immigrazione, "si tratta di poli di attrazione naturali, dove si concentrano già i flussi di persone irregolari". Bisogna quindi tenerne conto, è il ragionamento, sempre nell'ottica di evitare concentrazioni. L'obiettivo, insomma, è spargere quanti più immigrati su tutto il suolo nazionale.
I Comuni chiedono allo Stato un contributo per ogni migrante. Il costo dello Sprar infatti, è quasi integralmente (al 95%) a carico del governo, che a sua volta attinge ai fondi europei previsti per le spese di accoglienza. Ma i sindaci chiedono un contributo di solidarietà, tra 50 centesimi e un euro al giorno, per ciascun immigrato ospitato. Richieste che, con buona pace dei più, difficilmente saranno rispettate da Matteo Renzi. Che, già più di una volta, ha rinviato i pagamenti agli enti che gestiscono i centri di accoglienza. Secondo il Messaggero, infatti, "gli oltre 900 milioni di euro, preventivati per pagare vitto, alloggio e assistenza sanitaria alle associazioni che gestiscono le strutture, continuano a essere bloccati da Palazzo Chigi". Non solo.
Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sta cercando di portare il rapporto deficit-Pil fino a un massimo di 2,4%. In queso modo riuscirebbe a infilarci dentro le spese collegate all'accoglienza degli immigrati. Un eccesso di flessibilità che, però, non convince il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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