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Ora la Francia accusa l'Italia: "Dovete identificare gli immigrati"

Boom nel 2016 di sbarchi: già arrivati quasi 145mila immigrati. La Francia attacca l'Italia: "Dovete identificarli". La replica di Alfano: "Noi in regola"

Ora la Francia accusa l'Italia: "Dovete identificare gli immigrati"

Lo scontro è durissimo. E l'Italia rischia di uscirne duramente sconfitta. L'attacco della Francia, d'altra parte, è vero e il governo Renzi sa benissimo di non aver ancora mosso un dito per risolvere l'emergenza immigrazione. "Non è possibile immaginare che una parte dei migranti che arrivano in Italia non passino per gli hotspot - ha tuonato il ministro dell'Interno francese Bernard Cazeneuve - questo pone rischi per la sicurezza". Il titolare del Viminale Angelino Alfano non ci sta. e replica duro: "Sulla sicurezza non accettiamo lezioni da nessuno". Ma la verità è un'altra.

Dall'inizio dell'anno sono già sbarcati 144.950 immigrati. Il numero è impressionante. E registra già un aumento di arrivi del 5 per cento rispetto al 2015. Nei centri di accoglienza Alfano ne ha già sistemati ben 164.921 e altri ne dovrà sistemare nei prossimi mesi. Eppure le strutture sono al Collasso. Come scrive il Messaggero, "a Conetta di Cona, in provincia di Venezia, nell'ex base missilistica che conta 560 posti, sono ospitate 700 persone, a Bagnoli di Sopra la situazione è anche peggiore, a fronte di una capienza di 200 unità, sono presenti mille richiedenti asilo. A Monastir, in provincia di Cagliari, dove due giorni fa un incendio doloso ha tentato di boicottare l'arrivo dei migranti - continua - gli ospiti sono 200, nelle strutture pugliesi il numero dei profughi ha doppiato quello delle disponibilità, mentre nel Cara di Mineo, 3000 migranti si stringono in un centro che dovrebbe accoglierne 1800". E questi sono solo alcuni esempi. È così in tutta Italia.

L'emergenza si fa di giorno in giorno più incandescente. I cittadini non ne possono più di accogliere. In alcune città, come Abano Terme, sono state organizzate vere e proprie barricate per fermare l'arrivo di altri immigrati. Il Viminale, dal canto suo, non sa più dove metterli. Anche perché l'Unione europea non è mai stata in grado di ricollocarli nei altri Paesi che avevano accettato il sistema delle quote. "Abbiamo fatto quanto ci era stato chiesto - piagnucola Alfano - dall'inizio del 2016 abbiamo esaminato circa 70mila richieste a 87mila, respinte nel 55 per cento dei casi. Ora - continua il ministro dell'Interno - è il momento che si mostri solidarietà e concretezza facendo rimpatri e ricollocamenti. È il momento che si metta mano al portafogli e si facciano i compact con i Paesi africani, come è stato fatto con la Turchia per la rotta balcanica". Ma a Bruxelles non sono della stessa idea.

Molto probabilmente, quando il 12 novembre scadrà l'ultimatum del Consiglio Ue, i Paesi dell'area Schengen che hanno chiuso le frontiere prolungheranno i controlli ai confini per motivi di sicurezza.

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