Presidente Mariastella Gelmini, Forza Italia appare in un momento di travaglio e divisione e i consensi calano, che cosa serve per rilanciarla?
«Paghiamo lo scotto di un periodo in cui, grazie agli errori e al lassismo della sinistra, gli italiani hanno avuto paura per l'esplosione incontrollata del fenomeno migratorio e si sono rivolti ad una più radicale proposta politica. Ma adesso abbiamo una grande opportunità, perché i nostri temi (il lavoro, le tasse, la tutela della libertà d'impresa, le infrastrutture, la giustizia) sono tornati centrali nel dibattito politico e nel Paese. Noi siamo quelli della legge Biagi, della legge obiettivo sulle grandi opere, dell'alta velocità, dell'aumento delle pensioni minime e del milione di posti di lavoro».
Questo è il passato, ma la Fi del futuro?
«Non possiamo vivere di nostalgia, né essere pigri o immobili: dobbiamo costruire con coerenza, forza e competenza il nostro futuro e quello degli italiani. Lo dobbiamo ai tanti militanti, sindaci, amministratori, elettori che in questi anni ci hanno dato fiducia».
Con la Lega primo partito del centrodestra tra di voi c'è chi denuncia un appiattimento sulle posizioni di Salvini o addirittura un progetto di fusione.
«Fi non è appiattita su nessuno. Il centro-destra l'ha inventato Berlusconi. Noi non ci siamo accodati alla Lega, semmai è Salvini che ha cercato di impossessarsi dei nostri temi: tasse, giustizia, burocrazia, infrastrutture. È chiaro che se ci guardiamo l'ombelico e litighiamo fra noi, altri occupano il nostro spazio. Siamo gli unici a poter rappresentare gli interessi delle imprese e dei lavoratori, l'impegno per la crescita e la rivolta contro l'oppressione fiscale e burocratica, lo sviluppo del Mezzogiorno...».
Per proporsi come leader dell'ala antisovranista di Fi, Mara Carfagna ha lanciato la sua associazione. Sarà divisiva, come teme Berlusconi?
«Credo che in questo particolare momento si debba investire ogni energia e risorsa nel partito e non in nuove associazioni, seppur legittime. Lei ha detto che porterà un contributo di idee: immagino quindi che tornerà a sedersi al tavolo del gruppo dirigente. Mica ci manderà una e-mail...».
La Carfagna ha criticato anche la scelta di Caldoro come candidato governatore in Campania e sulle regionali non è facile il confronto nel centro-destra. Dopo il veto di Salvini sui fratelli Occhiuto, avete trovato una soluzione diversa in Calabria, ma restano le altre regioni al voto a maggio.
«Jole Santelli è un'eccellente candidata per la Calabria, ha avuto esperienze di governo nazionale e locale e sarà la prima presidente donna della regione. Per la Campania abbiamo indicato un altro ottimo amministratore come Caldoro, la scelta toccava a Fi e per noi la Campania è irrinunciabile. Attendiamo che gli alleati sciolgano prima possibile gli altri nodi».
Il nuovo equilibrio nella coalizione sembra precario. Com'è andata la sua proposta di un tavolo del centrodestra per un modello unitario di legge elettorale?
«Dopo la caduta del Conte 1 abbiamo ricominciato a lavorare insieme, sulla risoluzione sul Mes, sul ricorso alla Consulta per la manovra arrivata blindata in Parlamento... Sulla legge elettorale c'è stata disponibilità, anche se Molinari ha detto che le regole riguardano tutti. La Lega parte da un maggioritario secco, noi vorremmo un proporzionale con premio di maggioranza, che garantisca rappresentatività e governabilità. Le differenze ci sono e non è detto che ci riusciamo, ma dobbiamo fare ogni sforzo per trovare una soluzione comune».
A proposito di rinnovamento, le nomine dei nuovi coordinatori vogliono essere un segnale?
«Assolutamente sì. Fi è tornata in movimento e con Berlusconi stiamo lavorando alla riorganizzazione. Abbiamo indicato due sindaci quarantenni, Romizi e Bagnasco, alla guida di Umbria e Liguria. Il coordinatore dei giovani, Marco Bestetti, è presidente di un Municipio a Milano. Stiamo valorizzando chi si è fatto le ossa sul territorio. Con Giorgio Mulé, che sostituisce Galliani, daremo nuovo slancio ai dipartimenti e Catia Polidori rilancerà il movimento femminile. Ma il rinnovamento non può fermarsi qui non è il momento di oziose e futili discussioni interne. A gennaio, come gruppo Camera, faremo una grande iniziativa sulla giustizia e dopo le regionali vorrei che lanciassimo gli stati generali del programma, per affrontare anche la riorganizzazione di Fi».
Intanto vi preparate a votare la legge di bilancio, all'antivigilia di Natale.
«Il mio giudizio sulla manovra è pessimo, per il metodo e per il merito.
Hanno approvato la legge più importante dell'anno senza che la Camera la potesse esaminare. È una vergogna. Se restassero al governo, la prossima finanziaria la farebbero votare sulla piattaforma Rousseau. Roba da soviet supremo: e dire che contestavano a Salvini la frase sui pieni poteri...».
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