I giovani fuggono dal sussidio M5s

A oggi 692mila domande: in pole il Centro; il 10% è straniero

I giovani fuggono dal sussidio M5s

I giovani bocciano il reddito di cittadinanza: i dati certificano il flop del provvedimento bandiera dei grillini. L'idea di trasformare il sussidio in una misura attiva per combattere la disoccupazione giovanile è fallita. Il reddito si conferma un intervento assistenzialista, dirottato verso cinquantenni ormai fuori dal mercato del lavoro. I trentenni non si fidano degli annunci del vicepremier dei Cinque stelle, Luigi Di Maio. E né, tanto meno, della possibilità di ottenere le tre proposte di lavoro, una volta entrati nel programma di formazione e avviamento che dovranno mettere a punto i navigator.

Due settimane dopo l'avvio delle procedure per accedere al reddito di cittadinanza, appena il 6,8% degli under 30, i Millennials, ha fatto domanda. Il dato emerge dalle statistiche diffuse dalla Consulta Nazionale dei Caf. La percentuale degli under 30 cresce, ma di poco, al sud, arrivando al 10,3%, mentre al nord sono il 4,7% e al centro il 3,2%. Ma non cambia il trend negativo: i giovani bocciano la misura grillina.

In totale sono oltre 500.000 gli italiani che si sono rivolti agli sportelli dei Caf. È quanto si ricava da un primo panel che la Consulta Nazionale dei Caf ha elaborato con i dati raccolti in 10 città campione, distribuite tra Nord, Centro e Sud Italia, su 7.964 domande presentate fino al 20 marzo. «Altro elemento di interesse generale rilevato dall'indagine» spiega una nota della Consulta, «è dato dal numero delle domande dei cittadini stranieri rispetto a quelle dei cittadini italiani: la media nazionale del 9,5% degli stranieri richiedenti il reddito di cittadinanza ha un picco al Nord del 15,4%, scende al Centro al 9,3%, per crollare al Sud al 3,4%».

Fondamentalmente 8 domande su 10 vengono depositate dalle famiglie: «Ma mentre al Nord e al Centro il reddito di cittadinanza è chiesto da persone singole rispettivamente per il 21% e il 23%, al Sud il numero si abbassa fino al 12,4%».

Oltre ai Caf c'è il dato delle Poste: l'ultimo aggiornamento diffuso dal ministero del Lavoro per quanto riguarda le richieste fatte online e alle Poste, il 19 marzo scorso, aveva parlato di 192 mila domande. Una partenza a rilento. E soprattutto negativa, se si pensa alla fuga degli under 30. I primi dati dipingono un quadro a tinte fosche: stranieri e over 50 chiedono il reddito. Nel secondo caso, si tratta di persone ormai uscite dal mercato del lavoro e con possibilità pari allo zero di reinserirsi.

Nel primo caso, c'è il rischio che gli stranieri usufruiscano del reddito, facendo inoltre lavori in nero. Insomma, un flop che non risponde alle aspettative e a quanto sventolato dai pentastellati. La misura si rivela una mossa assistenzialista che rischia di costar molto caro a tutti.

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