
La Procura di Paola ha iscritto nel registro degli indagati anche due medici nell'ambito delle indagini per la morte per intossicazione da botulino di Luigi di Sarno e Tamara D'Acunto a Diamante, in provincia di Cosenza. I medici, di cui non sono stati resi i nomi, sono in servizio nelle strutture sanitarie alle quali le due vittime si erano rivolte prima del decesso. L'iscrizione nel registro degli indagati sarebbe un atto dovuto proprio in vista delle autopsie che saranno eseguite martedì. I due medici, nell'inchiesta affidata al sostituto procuratore Maria Porcelli, si aggiungono ai tre già indagati, che sono i gestori del furgone. Per questi le ipotesi di reato, per ora, sono omicidio colposo, lesioni personali colpose e commercio di sostanze alimentari nocive.
Sul versante investigativo sono sostanzialmente due i fronti aperti. Pare ormai assodato che la causa delle intossicazioni siano i cibi somministrati da un food truck dove tutti gli intossicati avevano mangiato. Gli accertamenti si concentrano però non tanto sulla qualità del prodotto in sé quanto sulle modalità di conservazione. Per mercoledì sono attesi altri elementi dagli esami che saranno effettuati dall'istituto superiore di sanità.
Sull'altro fronte le indagini si concentrano anche sulle attività svolte dai medici di una clinica privata del cosentino a cui sia Luigi di Sarno, 52enne di Cercola, nel Napoletano, sia Tamara D'Acunto, 45enne di Diamante. si sono rivolti dopo essersi sentiti male. L'ipotesi è che i pazienti non abbiano ricevuto dai medici una diagnosi tempestiva. Su questo aspetto saranno fondamentali le verifiche sulle cartelle cliniche.
Intanto il focolaio di intossicazioni da botulino in Calabria sembra essersi attenuato. Le condizioni dei 14 pazienti ricoverati, sei in rianimazione, tre in pediatria e cinque nei reparti, sono stazionarie con i medici pronti a somministrare il siero anti botulino nel caso di una evoluzione del quadro clinico.
E intanto
arrivano le indicazioni del presidente della Società italiana d'igiene Enrico Di Rosa. In caso di sospetti "non bisogna neanche assaggiare il prodotto e buttare la confezione perché la tossina botulinica è potentissima".