MilanoL'ultima codardia di una politica ormai spaventata anche (e forse soprattutto) da se stessa e dalle inchieste dei pubblici ministeri, è la scelta che oggi si farà in Lombardia dei componenti di una commissione che dovrà giudicare un appalto da 450 milioni di euro con un'estrazione a sorte. Sì, proprio un'estrazione a sorte per decidere il destino della Città della salute e della ricerca, uno dei progetti scientifici e imprenditoriali più ambiziosi che stanno per nascere nel primo hinterland di Milano a Sesto san Giovanni e destinato a diventare un faro nella ricerca medica in tutta Europa. Moltissime polemiche tra istituzioni, enti e partiti come sempre succede in Italia cercando di arrivare a quagliare qualcosa e poi finalmente la prima pietra per ora simbolica da posare per trasferire l'Istituto neurologico Besta e l'Istituto nazionale dei Tumori nelle aree ex Falck. Decidendo però di affidarsi alla casualità della sorte.
Per quanto paradossale, nulla di nuovo perché torna ciclicamente nelle elaborazioni dei politologi la proposta di un modello di democrazia basata sull'estrazione. Garanzia della scelta di amministratori e governanti che potrebbero offrire la certezza di una maggiore indipendenza dagli appetiti dei poteri forti e dai sommovimenti della pancia degli elettori. Una teoria solo apparentemente bizzarra e che in passato ha già avuto solo parzialissime applicazioni in qualche carica sorteggiata nella democrazia greca o nella Serenissima Repubblica di san Marco, ma che in questi tempi di sospetti e sospettati rischia di diventare pericolosamente attuale. Anche se poi il numero degli indagati finisce per superare drammaticamente e di gran lunga quello dei condannati. Perché a forza di gridare al lupo (e purtroppo spesso a ragione) ora a far paura sono anche gli agnelli.
Come dimostra quanto succede in Lombardia, regione forse non più aggredita delle altre dal cancro della corruzione, ma sicuramente molto più messa nel microscopio dei processi dai magistrati. Il fatto in sé poteva anche passare sotto silenzio, ma sotto l'apparente banalità si nasconde una politica che sembra voler abdicare al suo ruolo. Perché se compito di chi amministra è occuparsi della cosa pubblica, non si capisce perché prendano uno stipendio senza nemmeno assumersi la responsabilità di scegliere i migliori componenti di una commissione di gara per un mega appalto. Certo a loro discolpa c'è l'indefessa attività dei giudici, soprattutto milanesi, che ultimamente giocano al tiro a segno. Come dimostra la vicenda Expo ormai quasi quotidianamente protagonista delle cronache giudiziarie più che di quelle di un cantiere che ormai non si sa più se potrà essere chiuso in tempo per l'inaugurazione.
E così oggi Regione e Comune di Sesto san Giovanni provvederanno «mediante estrazione per sorteggio» alla scelta di chi dovrà aggiudicare l'appalto per la Città della Salute e della Ricerca. Una commissione che sarà composta da cinque membri, uno interno di Infrastrutture Lombarde, la società interamente partecipata dalla Regione, e quattro esterni. «Questa la novità - dice orgogliosamente un comunicato - estratti a sorte fra i nominativi giunti dagli Ordini professionali degli Architetti, degli Ingegneri e dalle Università».
Aggiungendo che «il sorteggio è un metodo nuovo e innovativo voluto dalla Regione Lombardia al fine di garantire la massima trasparenza nella costituzione della Commissione che dovrà aggiudicare un appalto da 450 milioni». Un po' un arrendersi, abbandonandosi nella braccia del fato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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