Cronache

"Incidente, non omicidio". Così è morto l'ex sindaco

Pierangelo Repanati trovato sgozzato: sarebbe caduto sfondando una porta finestra

"Incidente, non omicidio". Così è morto l'ex sindaco

«Un uomo buono, religioso, impossibile volerlo morto». Avevano ragione gli abitanti di Corte Palasio, nel Lodigiano, quando due giorni fa commentavano sgomenti la fine dell'ex primo cittadino Pierangelo Repanati.

Nessuno pensava che fosse stato ucciso, perché tutti erano convinti che nemmeno un rapinatore avrebbe avuto il coraggio di far fuori una persona così speciale. E le loro parole sono state confermate ieri dalle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Lodi, che parlano di un tragico incidente. L'uomo, 57 anni, lunedì alle 22 era stato sentito urlare dai vicini che si erano preoccupati. «Aiuto, aiuto, aiutatemi sto morendo», erano state le sue parole disperate.

Diverse persone avevano raggiunto la sua abitazione per capire cosa stesse accadendo e la scena che si erano trovati davanti era stata agghiacciante. Il corpo della vittima era a terra, e giaceva riverso a ridosso della porta di casa. Il cadavere presentava alcuni tagli alla gola, che avevano subito fatto pensare a un tentativo di rapina. Le prime ipotesi degli investigatori dell'Arma, coordinati dal procuratore di Lodi, Domenico Chiaro, avevano puntato su un tentativo di rapina finita nel sangue. Ma con il passare dei minuti si è capito che il quadro era completamente diverso e al 99 per cento si è trattata di una assurda fatalità. «Allo stato delle attuali risultanze investigative - ha spiegato il procuratore - il rinvenimento di Repanati è da collegarsi, con maggiore probabilità, a un evento accidentale con esclusione di condotta volontaria di terze persone. Sono in corso, comunque, approfondite indagini volte a ricostruire con certezza assoluta la dinamica dell'evento».

È stata disposta l'autopsia nonostante sul cadavere, già trasferito all'istituto di Medicina legale di Pavia, non siano stati trovati segni di colluttazione. Ma è quasi certo che l'ex sindaco, mentre stava innaffiando il giardino, è inciampato sfondando la porta a vetri e tagliandosi. Ferite così profonde da non lasciargli scampo.

Repanati era un giornalista professionista e attualmente lavorava come consulente in uno studio di Lodi. Dal 2004 al 2009 era stato sindaco del Comune del Lodigiano e si era fatto benvolere dai concittadini. «Era una brava persona, viveva fino a qualche tempo fa con l'anziana madre poi venuta a mancare - ricordano i vicini che lunedì notte si sono precipitati sgomenti a casa -. Recentemente aveva insistito affinché nell'abbazia di Abbadia Cerreto, a pochi chilometri da dove abitava, tornasse la celebrazione della Messa in latino. Era molto credente, cattolico praticante».

«Un giornalista col pallino della verità. Un uomo di fede. Una rarità», lo descrive un'amica su Facebook. Lui aveva scelto sullo stesso social una frase attribuita a Mark Twain: «Così divenni giornalista.

Ho odiato farlo ma non ero riuscito a trovare un lavoro onesto».

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