Indagati i dipendenti in servizio e sospesi entrambi i capistazione

Il procuratore: «Da capire se le regole sono state rispettate»

Errore umano, ma non solo. Mentre il cerchio dell'inchiesta tranese sul disastro ferroviario pugliese sembra stringersi intorno al capostazione di Andria, che avrebbe dato il via libera al convoglio diretto a Bari quando da Corato il treno giallo proveniente dal capoluogo era già partito dalla stazione, l'indagine condotta dal procuratore aggiunto Francesco Giannella in pool con altri quattro magistrati (Ruggiero, Catalano, Savasta e Merra) vede le prime iscrizioni nel registro degli indagati, per le ipotesi di omicidio colposo plurimo e disastro ferroviario colposo. E mentre la Ferrotramviaria ha sospeso dal servizio entrambi i capistazione (incluso quello di Corato) la procura pugliese che ha delegato le indagini alla polizia ferroviaria del comandante Capolicchio (che avrebbe già raccolto le prime dichiarazioni testimoniali) non intende fermarsi al mero accertamento di responsabilità di quella svista fatale, alla sola ricostruzione della dinamica.

Il verde dato «via telefono», previsto anche dai moduli prestampati in dotazione ai capotreno dei convogli in viaggio sul tratto a binario unico, è l'altro punto sul quale la procura di Trani vuol fare chiarezza. «Non è un mistero - ha spiegato in conferenza stampa Giannella - che ci si interroghi sui livelli di sicurezza». Bastava quel vecchio sistema affidato a telefonate e dispacci via fonogramma tra capostazioni a garantire a sufficienza l'incolumità dei passeggeri? Un dubbio sollevato peraltro anche dal titolare del Mit Delrio ieri a Montecitorio. Ed è ipotizzabile che un guasto o un contatto abbiano indotto in errore chi ha dato il via libera al treno mandandolo a schiantarsi contro l'altro nelle campagne tra Andria e Corato?

L'altro fronte caldo, difficile da dipanare ma al centro delle attenzioni degli inquirenti, è quello dei «presunti finanziamenti» che sarebbero stati erogati dall'Unione europea per migliorare, ammodernare e mettere in sicurezza la linea ferroviaria del Nord Barese. L'ultimo focus investigativo dovrebbe puntare invece a eventuali precedenti criticità di quel tratto di linea a binario unico, precedenti che avrebbero dovuto, nel caso, sollevare per tempo allarme e innescare meccanismi di correzione.

Sul fronte della dinamica, comunque, le cose dovrebbero procedere speditamente. «Si tratterà di incrociare i dati testimoniali - ha spiegato Giannella - quelli delle scatole nere, le immagini, i dati informatici delle scatole nere e quelli dei controlli a distanza, per poi riuscire a ricostruire i fatti». Anche perché orari e movimenti dei treni sono monitorati e registrati. E almeno uno dei due treni montava un sistema di video sorveglianza che dovrebbe dunque aver immortalato le fa drammatiche immagini del momento dell'impatto. Insomma, il dettaglio della partenza «tardiva» del treno da Andria, che si è infilato in corsa nel binario già occupato dall'altro treno, fa pensare anche al pool che «in linea di massima» l'errore sia da attribuire al capostazione della città federiciana.

Ma questo, ha aggiunto il procuratore, lo si saprà con certezza quando l'ipotesi sarà corroborata da elementi «scientifici», ossia dal riscontro dei dati e delle immagini. Che, stando alle iscrizioni, potrebbe essere in parte già arrivato.

MMO

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