Cronache

"Influencer o attrice porno". Il giallo del cadavere a pezzi

Undici tatuaggi sul corpo ritrovato il 20 marzo: forse una donna sparita da giorni. Caccia al killer

Il cadavere di una donna fatta a pezzi ritrovato a Borno, nel bresciano
Il cadavere di una donna fatta a pezzi ritrovato a Borno, nel bresciano

Una settimana di vuoto, silenzio e interrogativi. Perché dopo il ritrovamento di quel corpo massacrato, fatto a pezzi e abbandonato al confine tra Brescia e Bergamo l'identikit è stato da subito particolarmente complesso: nessuna corrispondenza con donne recentemente scomparse né nuove denunce e gli inquirenti hanno brancolato nel buio. Poi, poche ore fa, la possibile svolta nelle indagini per risalire all'identità della donna uccisa. A dare il la a una nuova pista è una segnalazione arrivata alla redazione del sito locale BsNews, alla quale ne fanno seguito altre: almeno sette degli 11 tatuaggi (diffusi dagli inquirenti per facilitare il riconoscimento) trovati sul cadavere sembrano essere compatibili con quelli di una nota influencer lombarda, che mancherebbe dalle scene da diversi giorni.

«Step by step» sulla caviglia destra, «wanderlust» sulla clavicola destra, «elegance is the» sul lato destro della schiena, «Fly» sul polso destro, una «V» rovesciata sulla coscia destra e due «VV» rovesciate su quella sinistra. Sono solo alcuni dei segni che avrebbero delle corrispondenze. Silenziose ma numerose, sin da domenica alcune segnalazioni hanno cominciato a riferirsi a una «diva del web», altre a un'attrice porno italiana, ma il nome della possibile vittima resta ancora top secret. Certo è che i carabinieri hanno subito indirizzato le indagini verso la nuova pista, cercando riscontri alle indicazioni giunte dalla rete. Il ritrovamento choc risale a domenica 20 marzo. Quattro sacchi, ammassati tra la vegetazione a due passi da Paline di Borno, frazione cammina di soli 75 abitanti, proprio in prossimità del confine tra le due province. In ognuno di essi pezzi del corpo di una donna. A fare la macabra scoperta è un 60enne, che all'alba della primavera nota quei sacchi percorrendo la scarpata che porta alla Val di Scalve. Dopo essersi avvicinato, l'uomo vede spuntare una mano.

È solo il prologo di una scena che non dimenticherà mai: testa, piedi, mani, braccia, gambe, persino lo sterno era stato sezionato. Almeno 15 pezzi, piccoli e tagliati con precisione chirurgica. La testa decapitata. «Tagli eseguiti da una mano esperta», si lasciano sfuggire gli inquirenti, che parlano di un'inchiesta che deve partire da zero. Il volto, invece, è sfigurato e bruciato dal fuoco. Eppure sul cadavere erano ancora riconoscibili le ciocche di capelli neri, di lunghezza media. Sulle unghie di una delle mani, invece, lo smalto viola. Secondo le prime ricostruzioni, la vittima potrebbe avere tra i 35 e i 50 anni e sarebbe alta circa un metro e sessanta ma a oggi non risulta possibile stabilire la causa del decesso. Perché c'è un altro dettaglio che mette ancora di più i brividi: i resti umani sarebbero ben conservati e non si esclude che possano essere stati congelati, prima di essere gettati. Da anni l'area del ritrovamento era utilizzata come discarica abusiva a cielo aperto, ma da tempo le telecamere erano state rimosse. Forse l'assassino sapeva che la zona era ormai lontana da occhi indiscreti. In una Valcamonica ancora scossa dalle cronache degli ultimi mesi e che si trova ora a fare i conti con un nuovo efferato femminicidio, la mente di molti è subito andata a Souad, svanita nel nulla a Brescia poco meno di quattro anni fa e mai ritrovata, ma è battuta anche la pista del killer di Lecco, mai identificato, che ha ucciso almeno tre prostitute.

Ma ora la traccia della misteriosa «diva del web» apre un nuovo squarcio nelle ricerche.

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