Elezioni politiche 2022

"Inginocchiati o ti sparo". Il video della Lega che sbugiarda il Pd

Un cortometraggio di due minuti scarsi prodotto dalla Lega per denunciare e ricordare le storture del Pd che oggi grida alla minaccia democratica

"Inginocchiati o ti sparo". Il video della Lega che sbugiarda il Pd

L'ultima settimana di campagna elettorale è, tradizionalmente, quella più dura. Le parti si affrontano senza esclusione di colpi in un duello che, da una parte, ha l'obiettivo di convincere gli elettori che il proprio è il partito migliore e, talvolta, screditare l'avversario politico. La sinistra ha demonizzato il centrodestra fin dall'inizio di questa campagna e ha utilizzato toni piuttosto violenti per attaccare la coalizione opposta, scatenando anche le fronte più estreme che, in queste settimane, hanno assaltato i gazebo e minacciato i militanti e i leader. La Lega, per questo ultimo rush elettorale non vuole screditare il Pd ma ha realizzato un video in cui mette in evidenza le storture del Pd, i clamorosi errori fatti negli anni.

Il video è una sorta di cortometraggio realizzato dalla Lega che è stato incentrato sulla ricostruzione del caso di Albino Ruberti, braccio destro di Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri, che si è dimesso dopo la pubblicazione di un filmato de “il Foglio” in cui gridava in strada, a Frosinone, minacce pesantissime: "Inginocchiati o ti sparo". Il video è stato introdotto dalla scritta “tratto da una storia vera”. Quello della Lega è stato un lavoro di fino, in cui è stato utilizzato il lavoro di un'attrice, che ha interpretato la vicenda, ricostruendo il caso con riferimenti allo slogan "credo" della campagna salviniana, e segnala alcuni temi su cui sfida apertamente il Pd mostrando luoghi simbolo “dei disastri dem”: Monte dei Paschi, Lampedusa, l’hotel house di Porto Recanati emblema di degrado, Mirafiori (perché il Pd ha dimenticato il mondo del lavoro) e la sede della Rai.

E non è nemmeno casuale la scelta di mostrare viale Mazzini, sede della Rai, visto che da Pontida Salvini ha proposto di cancellare il canone in bolletta, eredità del governo del Pd, e oggi la Lega si è appellata agli alleati di centrodestra per condividere il progetto e denunciare la campagna diffamatoria in piena par condicio di alcuni programmi. "Sulla bolletta della luce pesa anche il canone Rai. Visto che ci sono tanti paesi europei in cui il servizio pubblico radio televisivo è garantito anche senza gravare sulle tasche dei cittadini, non si capisce perchè l'Italia non possa e non debba fare altrettanto.

La Rai incassa più di 700 milioni di euro di pubblicità, io penso che tagliando qualche spreco e qualche maxi stipendio, i conti possano tornare anche senza gravare sulle bollette della luce degli italiani", ha detto Salvini dal raduno lombardo.

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