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Le insidie dei ballottaggi. Così il voto diventa un test per le coalizioni

A Verona, Catanzaro e Parma le sfide più importanti. Salvini: "Vertice dopo le urne"

Le insidie dei ballottaggi. Così il voto diventa un test per le coalizioni

Sono oltre due milioni gli italiani che oggi sono chiamati alle urne per il turno di ballottaggio delle amministrative in 65 comuni (solo due con meno di 15mila abitanti, richiamati alle urne dopo il risultato di parità di voti tra i due candidati a sindaco più votati). I capoluoghi di provincia sono 13 (tra questi anche Catanzaro, capoluogo di Regione). Cinque anni fa la sfida era stata ampiamente vinta dal centrodestra. Al centrosinistra andarono soltanto due amministrazioni. Cui si aggiunge Parma che cinque anni fa vedeva Pizzarotti guidare una lista civica per la sua ricandidatura, dopo l'abbandono del Movimento Cinquestelle.

Rispetto a cinque anni fa le cose sono cambiate. Soprattutto nel campo (largo) del centrosinistra. E i ballottaggi di oggi rappresentano uno stress test sulla tenuta delle coalizioni. Gli esempi più chiari di questa situazione sono ovviamente Verona, Catanzaro e Parma.

Perdere il capoluogo scaligero sarebbe per il centrodestra un duro colpo, anche se Damiano Tommasi, l'ex calciatore della Roma, si è guardato bene durante la campagna elettorale di connotare troppo politicamente la sua candidatura. Tanto è rimasto lontano dai partiti del centrosinistra che è riuscito nell'impresa di mettere insieme nella stessa coalizione i Cinquestelle, i renziani e il partito di Calenda. Sul fronte opposto, invece, il mancato apparentamento tra il sindaco uscente Federico Sboarina, sostenuto da Lega e Fratelli d'Italia, e Flavio Tosi, sostenuto da uno schieramento moderato guidato da Forza Italia, lascia con il fiato sospeso il popolo di centrodestra. Il video-appello di venerdì dei tre leader è stato pubblicato con l'intento di scongiurare l'astensionismo e ribadire la compattezza della coalizione, con o senza apparentamenti. È certo, però, che al termine di questo turno elettorale si renderà necessario un confronto diretto e un'analisi del voto. E ieri era lo stesso leader della Lega ad annunciarlo dal convegno organizzato dai giovani di Confindustria.

Altro ballottaggio di primo piano è quello di Parma, dove l'ex assessore di Pizzarotti, Michele Guerra, sostenuto dal centrosinistra ma non dal M5s, se la vede con Pietro Vignali che, presentato da Lega e Fi, per il secondo turno elettorale ha ottenuto il sostegno anche di Fdi, seppur con qualche incertezza. Stessa situazione, per il centrodestra, anche a Catanzaro dove Valerio Donato (forte di un 44% di consensi al primo turno) sarà appoggiato senza apparentamento da Fratelli d'Italia che al primo turno aveva sostenuto Wanda Ferro.

Oltre al risultato dei ballottaggi, il dibattito politico sarà nei prossimi giorni incentrato sulle candidature per le regionali. È ancora aperto il «dopo-Musumeci» nel centrodestra per la candidatura alla guida della Regione Sicilia. Mentre la disponibilità mostrata da Letizia Moratti per una sua candidatura in Lombardia ha allarmato la Lega. Rispetto al categorico «squadra che vince non si cambia» con cui a via Bellerio avevano accolto la notizia della disponibilità dell'ex presidente della Rai, ieri Salvini era più elastico: «Dipenderà tutto da Fontana stesso. Se volesse accettare la ricandidatura ovviamente lo sosterremo». E sulla candidatura della Moratti aggiunge: «È un assessore di centrodestra, di una giunta di centrodestra, con un governatore di centrodestra. In Lombardia se il governatore Fontana deciderà di ricandidarsi, l'appoggio delle Lega andrà al governatore. Non ho mai visto un vicesindaco che corre contro il suo sindaco».

I seggi per l'elezione dei nuovi sindaci saranno aperti dalle 7 alle 23. Lo scrutinio avverrà subito dopo, mentre nel primo turno si era dovuto attendere il lunedì per il concomitante spoglio dei 5 referendum. In nottata quindi, si sapranno i risultati delle sfide.

L'elettore, come ricorda il Viminale, dovrà essere munito di tessera elettorale e di un idoneo documento di riconoscimento.

La mascherina non è più obbligatoria ma rimane «fortemente raccomandata, per l'accesso degli elettori ai seggi e per l'esercizio del diritto di voto».

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