Politica

Gli insulti alla Bindi? Se vengono da sinistra sono meno sessisti

A noi il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, tutto sommato sta simpatico. Sì, certo, è uno che nasce e vegeta nel Partito comunista. Ma ha gestito bene Salerno, ha realizzato e difeso un termovalorizzatore in una Regione afflitta più dalla demagogia che dai rifiuti, parla chiaro, è sanguigno e come molti comunisti d'antan, quando prendono il potere, è diventato uno sceriffo. Si è inoltre beccato una condanna a un anno di galera e interdizione dai pubblici uffici per abuso d'ufficio e la conseguente sospensione (...)

(...) cagionata dalla legge Severino. Contro cui è ricorso, con un certo grado di soddisfazione: per ora può fare il presidente della Campania.

Due sere fa era da Lilli Gruber e si è messo ad attaccare Rosy Bindi, presidente della commissione Antimafia, colpevole di averlo sputtanato a 24 ore dalle recenti elezioni campane iscrivendolo in una lista di «impresentabili» compilata proprio da quella augusta commissione. Il neogovernatore della Campania ha tutte le ragioni per essere furibondo con la sua compagna di partito.

Ma andiamo ai fatti. De Luca ha detto due cose: «La Bindi è impresentabile da tutti i punti di vista».

E poi sollecitato su cosa in particolare rimproverasse a Rosaria detta Rosy, risponde: rimprovero «la sua stessa esistenza».

Facciamo una sintesi brutale a beneficio dei nostri pensosi e impegnati editorialisti, opinionisti, benpensanti, vegani, femministi e «se non ora quando» che evidentemente erano distratti. C'è un loro compagnuccio di partito, condannato, sanzionato dalla mitologica legge Severino, che in prima serata televisiva, in mancanza di ogni possibilità di replica diretta da parte del suo bersaglio, dice che il medesimo bersaglio non merita la vita, cioè l'esistenza, che il buon Dio le ha graziosamente concesso. Si dà il caso che non contento il medesimo condannato per abuso di ufficio si permetta di dire che la presidente della commissione Antimafia sia impresentabile, ma proprio «da tutti i punti di vista». Forse siamo maliziosi, ma quella sottolineatura di tutti i punti di vista, esclude forse il fatto di essere donna? O comunque l'aspetto fisico della medesima Rosaria, detta Rosy. Forse siamo fissati noi. O meglio sono fissati loro. Quando Berlusconi ad un Porta a Porta si permise di dire (in faccia e il che cambia molto) alla stessa Bindi che lo aveva appena duramente criticato che ella «è più bella che intelligente» successe un finimondo. Ecco, i fissati di ieri dove sono oggi? O il sessismo, anzi in questo caso si dovrebbe allargare al «vitalismo», cioè il diritto naturale di rivendicare la propria esistenza, per De Luca non esiste? Ragazzi, il compagnuccio fa il presidente di una Regione, anche piuttosto importante. Avete preso a botte quello sciocchino di Buonanno per lo show con la pistola, ci avete rotto le balle con girotondi, mobilitato anche sul sesso degli angeli, ci imponete un linguaggio politicamente corretto su come chiamare il presidente, donna, della Camera, gli zingari e i clandestini, e quando arriva De Luca in tv, tutti zitti e muti.

Citando De Luca potremmo dire: cari sinistri politicamente corretti, siete impresentabili da tutti i punti di vista e vi rimproveriamo la vostra stessa esistenza.

P.S.

Per fortuna ieri sera, a scoppio ritardato, il ministro Boschi e il vicesegretario Pd Guerini hanno provato a rimediare alla dimenticanza.

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