Quegli insulti grillini a Berlusconi. FI fa quadrato: "Sconcertante"

I grillini D'Incà, ministro dei Rapporti per il Parlamento, e Toninelli "contro" l'ipotesi di Berlusconi al Colle tra insulti e argomentazioni senza fondamento. Forza Italia si compatta attorno al Cav e interviene sul punto: "D'Incà si scusi"

Quegli insulti grillini a Berlusconi. FI fa quadrato: "Sconcertante"
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I grillini promettono da tempo di cambiare, ma un certo tipo di comunicazione è rimasto un paradigma fisso dell'azione politica pentastellata. Il ministro Federico D'Incà, nonostante il suo ruolo istituzionale che ricopre, ha deciso di esibirsi in un commento su Silvio Berlusconi e sull'ipotesi che il leader di Forza Italia venga eletto al Colle.

"Berlusconi - ha detto il capo del Dicastero ai Rapporti per il Parlamento - penso che ci proverà a essere eletto, come Movimento 5 stelle abbiamo già dichiarato che per noi non è votabile. Non ha l'autorevolezza che serve per il Quirinale"", ha specificato il grillino, sempre riferendosi al fondatore del centrodestra, così come ripercorso dall'Ansa.

Un'argomentazione senza senso - questa della presunta mancanza di autorevolezza -, considerando il ruolo decisivo che l'ex presidente del Consiglio ha svolto in Italia dal 1994 ad oggi ed il significato storico, anche in termini di pacificazione istituzionale, che assumerebbe una scelta di quella tipologia. Ma le prese di posizione da parte dei grillini in materia hanno oltrepassato persino il piano delle argomentazioni prive di fondamento.

L'ex ministro Danilo Toninelli, così come riportato su IlFattoQuotidiano, ha addirittura dichiarato quanto segue: "Berlusconi al Quirinale? Nome vomitevole, un oltraggio all’intelligenza dell’Italia. Draghi pensi a fare il presidente del Consigli". Dalle valutazioni sulla "autorevolezza", si passa così a dei veri e propri insulti, che l'emisfero pentastellato continua a distribuire nonostante la paventata svolta linguistica dell'era Giuseppe Conte, che aveva fatto un gran parlare di come il MoVimento 5 Stelle stesse per modificare il suo lessico in chiave istituzionale.

Comunque sia, Forza Italia si è subito compattata per rispedire al mittente considerazioni ed offese grilline. La capogruppo del Senato Annamaria Bernini, così come sottolineato dall'Agenzia Nova, si è soffermata pure sulla mancanza di opportunità istituzionale alla base delle dichiarazioni del ministro D'Incà: "Non è la prima volta - ha fatto presente la senatrice di Forza Italia - che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, D'Incà, tenta di impartire lezioni avventurandosi in ambiti che non gli appartengono. Spiace - ha aggiunto la vicecoordinatrice nazionale di Fi - che queste inopportune intemerate giungano proprio da chi, per il ruolo ricoperto, dovrebbe mantenere equidistanza, rappresentando tutti i gruppi parlamentari. Gli esami il Presidente Berlusconi - ha concluso - li ha superati tutti brillantemente e la giuria è stata sempre il popolo". +

Anche il senatore Maurizio Gasparri, altro esponente di punta di Forza Italia, ha detto la sua, ritenendo "davvero sconcertante che il sedicente ministro per i rapporti con il Parlamento, uno dei vari grillini emersi dal nulla, si permetta di dire che Berlusconi non avrebbe l'autorevolezza per andare al Quirinale". E ancora: "Sciocchezze di questo tipo - ha continuato Gasparri - sono espressione della negatività emersa con l'avvento del nulla in politica. Si scusi, dopo aver dimostrato una volta di più di non poter svolgere l'incarico di ministro per i rapporti con il Parlamento, seminando stupidaggini". Sarebbe D'Incà, dunque, a doversi porre il problema della "autorevolezza" per l'incarico che ricopre al momento.

La senatrice Licia Ronzulli, ancora, ha definito "quantomeno stravagante sentire dubitare dell'indiscussa autorevolezza del Presidente Berlusconi da chi fa parte di un movimento che ha spazzato via merito e competenze al grido di 'uno vale uno'".

Poi la specificazione: " Il presidente Berlusconi - ha continuato la parlamentare - è uno statista rispettato, molto considerato e ascoltato nel consesso internazionale e un leader politico capace di raccogliere consensi senza eguali".

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