Il dibattito, e le polemiche, sulla sentenza della Corte costituzionale che sblocca il congelamento degli scatti delle pensioni, deciso dal famigerato duo Monti-Fornero, stanno prendendo una brutta piega. Il governo Renzi è andato letteralmente nel pallone e già spuntano, per fare cassa, ipotesi inquietanti sul riassetto di tutto il settore.
Da un lato si andrebbero a toccare al ribasso diritti acquisiti, cioè calcoli in base ai quali un lavoratore negli anni scorsi decise di ritirarsi a riposo con il consenso dello Stato che si impegnò a corrispondere a vita il concordato. Dall'altro lato si immagina di concedere ai lavoratori in servizio un riposo anticipato rispetto alla severa legge Fornero in cambio di un taglio da strozzini alle pensioni (anche il 30 per cento del dovuto). Stanno cioè pensando il modo di sottrarre una montagna di euro alle famiglie (e di conseguenza ai consumi) per gettarli nel calderone tritatutto della spesa pubblica. Motivo? Salvare il governo, e quindi la legislatura, da una fine prematura causata dal non rispetto degli impegni sui conti presi con l'Europa.
In quattro anni di governi tecnici o di sinistra non eletti ma nominati, abbiamo subito prima la stangata con le tasse, poi l'assalto alla casa, ora il taglieggiamento delle pensioni. Renzi voleva rottamare la classe politica ma finisce per rottamare gli italiani, cosa facile perché già prima di lui non stavano tanto bene. E ha pure il coraggio di parlare di «privilegiati». No, caro presidente. Chi è ben pagato perché bravo nel suo lavoro, chi non ha dissipato i risparmi e li ha investiti nel mattone, chi dopo aver fatto l'una e l'altra cosa si gode un meritato e sereno riposo non è un «privilegiato» da spremere ma un bene da conservare a futura memoria, esempio per i giovani più efficace di mille discorsi e inutili leggi.
Cosa altra sono gli ex politici (tra i quali molti moralisti di sinistra) che con poche migliaia di euro di contributi e pochi mesi di lavoro - come stiamo documentando in questi giorni - hanno già intascato centinaia di migliaia di euro di vitalizi. Ecco, Renzi fa parte di quel mondo, non del nostro.
Tanto è vero che un minuto prima di essere eletto presidente della Provincia di Firenze inscenò una finta assunzione nell'azienda del padre per farsi pagare - andando in aspettativa - i contributi pensionistici dallo Stato. Poi, colto in fallo etico, rinunciò. Ma adesso, per favore, non ci venga a parlare di sacrifici e di «privilegiati». Se non è capace di risolvere i problemi vada in pensione, ma alle condizioni che vuole imporre a noi.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.