Il nodo intercettazioni continua a tenere banco in parlamento. Il comitato dei nove si riunirà domani prima dell'inizio dei lavori dell'aula della Camera per prendere atto delle proposte di modifica al disegno di legge di riforma del processo penale. Da quanto si apprende, il Pd si prepara a presentare degli emendamenti tesi a fugare ogni dubbio che questa sia una "legge bavaglio" per la stampa, ipotesi su cui si è sollevata una forte polemica. Il provvedimento in esame, recependo l'emendamento Pagano, prevede infatti la reclusione fino a 4 anni per chiunque diffonda delle conversazioni registrate fraudolentemente al fine di danneggiare l'immagine altrui, ad esclusione dei casi in cui le riprese costituiscano prova ai fini giudiziari o siano
utilizzate per la difesa.
"Credo che anche la rapidità con la quale si è ritenuto di dover riscrivere la norma dimostri che non c’era alcuna volontà di colpire la stampa", osserva il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, con riferimento all’emendamento Pagano sulle intercettazioni al ddl sul processo penale. Riguardo alla possibilità di una clausola di salvaguardia per i giornalisti, il ministro ha precisato: "Mi sembra che si stia andando in questa direzione, era quello che avevamo auspicato, cercando di spiegare meglio i caratteri delle attività fraudolente e quindi anche quali sono i soggetti titolati a esercitare un qualche modo a quella funzione. Quella ed un ritocco della pena - ha aggiunto - possono dare una risposta compiuta a una polemica, forse eccessiva e che comunque merita attenzione". Intanto il viceministro della Giustizia, Enrico Costa sottolinea che per il governo "non si tratta di un testo blindato, già in commissione sono stati accolti emendamenti e non ci sarà un arretramento sui principi in aula ma grande disponibilità a prendere in considerazione le proposte migliorative".
Brunetta: vero problema è l'abuso
Il capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta, pone in evidenza che "il problema non sono le intercettazioni, che sono uno strumento d’indagine straordinario per colpire i criminali, il problema è l’uso e l’abuso che si è fatto e che si continua a fare delle intercettazioni". Parlando con i giornalisti in sala stampa a Montecitorio Brunetta osserva che "il problema è la fuoriuscita delle intercettazioni dagli ambienti giudiziari a fini di mala giustizia o di lotta politica, o quello che è avvenuto con L’Espresso e Crocetta di recente. Lotte oscure di potere fatte attraverso lo strumento delle intercettazione, abusive, non abusive, legali, illegali. Per troppo tempo in questo Paese si è fatta lotta politica attraverso l’abuso delle intercettazioni e su questo occorrerebbe fare un punto fermo, e cioè bisogna responsabilizzare i magistrati inquirenti e quelli giudicanti, per cui qualsiasi abuso deve essere perseguito in maniera determinata. In tutti questi anni mai un solo magistrato, mai un solo funzionario della giustizia, è stato colpito, incriminato, indagato, per questi abusi".
Depositato emendamento del Pd
Il Pd ha depositato un emendamento, a firma Verini ed Ermini, al disegno di legge di riforma del processo penale attualmente in discussione alla Camera. Occorre "prevedere che costituisca delitto, punibile con la reclusione non superiore a quattro anni, la diffusione al solo fine di recare danno alla reputazione o all'immagine altrui, di riprese audiovisive o registrazioni di conversazioni, anche telefoniche, svolte in sua presenza ed effettuate fraudolentemente. La punibilità è esclusa quando le registrazioni o le riprese sono utilizzabili nell'ambito di un procedimento amministrativo o giudiziario o per l'esercizio del diritto di difesa o del diritto di cronaca". La proposta di modifica esclude espressamente chi esercita il "diritto di cronaca" dalle sanzioni previste per le registrazioni rubate. L'obiettivo è fugare ogni dubbio sull'ipotesi che questa sia una "legge bavaglio" per la stampa, pericolo su cui si è sollevata una forte polemica.
M5S: il governo faccia un passo indietro
"Abbiamo depositato più di seicento emendamenti di cui cento di merito - affermano i membri M5S della commissione Giustizia -. Siamo pronti a ritirare gran parte di questi se il Governo accoglierà alcune nostre richieste che riteniamo fondamentali. Eliminare la delega sulle intercettazioni, l’emendamento Pagano sulle registrazioni, l’enunciato che dà solo tre mesi di tempo al pm per decidere, alla fine delle indagini preliminari, se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione e la revisione delle preclusioni ai benefici penitenziari. Su questi punti non arretreremo di un centimetro.
Inoltre ci sono altre questioni come la richiesta del gup di ulteriori indagini in caso di incompletezza delle stesse che è stata soppressa dalla maggioranza e la delega sull’ordinamento penitenziario che andrebbe totalmente rivista".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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