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Intercettazioni, Travaglio messo alle strette: "Vuoi fare i processi di Stalin?"

Ad 'Otto e mezzo' il giustizialista Marco Travaglio perde le staffe con la giornalista spagnola Angela Rodicio

Intercettazioni, Travaglio messo alle strette:  "Vuoi fare i processi di Stalin?"

Marco Travaglio su tutte le furie. L’argomento è il suo pane quotidiano, le intercettazioni. E così la trasmissione Otto e mezzo diventa terreno di scontro quando Lilly Gruber chiede alla giornalista spagnola Angela Rodicio, corrispondente dell’emittente spagnola Tve, una sua opinione sull’eccesso nell’uso delle intercettazioni da parte della stampa italiana.

“Assolutamente sì e poi si dovrebbe sapere qual è la fonte di queste intercettazioni e di chi le fa pubbliche”, afferma la Rodicio che trova in Travaglio un valido maestro. “Te lo spiego io, se vuoi”, dice il direttore del Fatto Quotidiano che, poco prima aveva avuto un battibecco anche con la parlamentare Pd Alessia Rotta. “Sì, in tre parole per favore”, mette dubito in chiaro la Rodicio temendo la logorrea di Travaglio che, infatti, fa tutto un lungo giro di parole per spiegare che “qui non c’è nessuno che passa le veline, come ha detto il presidente del Consiglio”. Il direttore del Fatto, in versione professorino, spiega che lui pubblica gli atti che diventano pubblici dopo che agli indagati arriva l’ordinanza di custodia cautelare.

La giornalista spagnola, allora, chiede“Ma magari questo potrebbe vulnerare il diritto di difesa, no?” mandando in tilt Travaglio che diventa un fiume in piena.“Assolutamente no. La legge italiana stabilisce che cade il segreto e l’hanno fatta i politici, mica i giudici. Noi, a quel punto, dato che facciamo i giornalisti, se tra quelle persone ci sono delle persone che non hanno nessun ruolo pubblico ce ne possiamo pure fregare perché alla gente non gliene importa niente. Se ci sono ministri, sottosegretari, imprenditori, banchieri, gente che amministra la cosa e il denaro pubblico, informiamo i cittadini”, spiega il direttore del Fatto precisando che ogni volta omette qualsiasi racconto a sfondo sessuale.

Ma secondo Travaglio “se invece c’è una ministra (Federica Guidi ndr) che dice: ‘con tutti i favori che ti ho fatto mi tratti come una sguattera del Guatemala’ quello non è privato, è pubblico perché c’è una ministra che è succube del suo fidanzato che fa affari grazie al fatto che la sua fidanzata fa la ministra e questo si chiama traffico di influenza illecita”. A questo punto la Rodicio rimane interdetta e dice ciò che qualsiasi persona di buon senso direbbe: “Ma quello lo dovrebbe decidere un giudice”. Un Travaglio spiazzato vira le sue argomentazioni verso un giustizialismo feroce: “Il giudice non deve stabilire quello che ha detto la ministra e quello che ha detto il fidanzato. Quello è nelle intercettazioni che vengono trascritte. Se poi è reato lo sapremo col processo e, anche se non è un reato, è uno schifo”, sentenzia. La Rodicio cerca di intervenire e di spiegare che se un’intercettazione è reato la pubblichi altrimenti no. Affermazione che porta Travaglio a fare un paragone che non stenta a stare in piedi. “Se tu hai il tuo vicino di casa che è sotto processo per pedofilia. Tu non lo sai se è un pedofilo o no. Tu tua figlia di 5 anni la lasci in custodia a lui quando vai a far la spesa o per prudenza non gliela dai perché c’è il sospetto che sia un pedofilo?”, dice il direttore che viene subito redarguito dalla corrispondente estera. “Mi sembra molto demagogico. Non mi piace questo. Noi siamo giornalisti. È molto pericoloso questo. Facciamo i giornalisti, non i giudici”, dice la Rodicio.

E qui Travaglio si aggrappa palesemente agli specchi citando gli attentati di Bruxelles. “Quando hanno arrestato Salah tu lo sai se è colpevole o innocente? No… E allora perché abbiamo scritto che l’hanno arrestato?”, si chiede il direttore giustizialista. “Quello sì, è un fatto di cronaca che l’hanno arrestato ma le intercettazioni che possono vulnerare la difesa della persona… “, ribatte la Rodicio spiegando che così si può orientare in un verso o nell’altro l’opinione pubblica. Travaglio va in escandescenza: “Cosa vogliamo 50 milioni di cittadini sordi e ciechi che non sanno niente? Ma come fanno ad andare a votare?” ma viene rimproverato nuovamente. “Una cosa è l’opinione pubblica, un’altra è il giudizio pubblico”, dice la giornalista di Tve a un Travaglio sempre più inferocito. “Voi avete una concezione da Stato sovietico dell’informazione. Il potere autorizza la stampa a scrivere quello che il potere vuole. Ma siamo matti?”, dice. Ma la Rodicio non si fa intimorire e chiosa: “Tu vorresti fare i processi di Stalin? Tu lo fai con quello che hai detto. Non rigirare la frittata”.

Ma ad avere l’ultima parola è la Gruber che doveva mandare in onda il servizio del collega Paolo Pagliaro e perciò ha il diritto di zittire Travaglio con una frase che lo gela: “Non fai parlare nessuno e alla fine nessuno capisce niente”.

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