Politica

Gli interessi delle coop rosse nella gara che inguaia Lotti

Nell'inchiesta che coinvolge il ministro e il generale dei Carabinieri è in gioco una torta da 2,7 miliardi

Gli interessi delle coop rosse nella gara che inguaia Lotti

Dietro quell'appalto c'è una storia tortuosa, fatta di nebbie che da due anni e otto mesi non consentono di mettere a fuoco il percorso della procedura. Proprio così: 2 e anni e 8 mesi, senza che la super commessa abbia ancora avuto un'aggiudicazione definitiva. Un ritardo che è la spia dei tanti, forse troppi, interessi in gioco.

Come quelli di un drappello di coop rosse, che tra Bologna, Modena, Reggio Emilia e Ferrara non vedevano l'ora di mettere le mani sulla gustosissima torta. Ci sono anche i loro appetiti accanto a quelli della Romeo Gestioni, la società dell'imprenditore Alfredo Romeo finito tra gli indagati nell'inchiesta della procura di Napoli sugli appalti Consip, la società di Stato oggi guidata dal renzianissimo Luigi Marroni, ex capo della Asl di Firenze. In particolare parliamo di quel maxi appalto da 2,7 miliardi di euro per la manutenzione degli immobili pubblici che la società del Tesoro ha lanciato nell'ormai lontanissimo 19 marzo del 2014. Un gara letteralmente sparita nel nulla, assurta adesso agli onori della cronaca per il coinvolgimento nell'indagine del ministro renziano dello Sport, Luca Lotti, e del comandante generale dei carabinieri, Tullio Del Sette, accusati di aver spifferato dettagli dell'inchiesta ai vertici della società pubblica. Il punto è che non si può capire il contesto, nel quale ora si è impiantata l'indagine, se prima non si colgono gli interessi. Per fare questo occorre andare a vedere chi si è aggiudicato la precedente edizione della gara per la manutenzione degli immobili di Stato, risalente al 2012. All'epoca il bando valeva 1 miliardo di euro ed era diviso in 12 lotti. Ebbene, 4 di questi, grosso modo per un controvalore di 284 milioni, sono andati ad altrettanti raggruppamenti in cui spiccano coop rosse. In uno, addirittura, sono rappresentate tre cooperative vicine al mondo Legacoop come Coopeservice di Reggio Emilia, Ccc di Bologna e Cpl Concordia di Modena. Altri tre lotti erano andati a raggruppamenti con la Manutencoop di Bologna, il Consorzio Cns (sempre di Bologna) e la Copma di Ferrara. Insomma, tutto questo fa capire quanto a quel mondo interessasse anche la nuova edizione del bando, per giunta esploso fino a valere 2,7 miliardi per 18 lotti (con una durata di 24 mesi). Alcune di queste coop rosse, tra l'altro, negli ultimi anni si sono trovate coinvolte in diverse vicende giudiziarie. La Cpl Concordia è finita al centro dell'inchiesta per la metanizzazione dell'isola di Ischia, Manutencoop non è sfuggita alla tenaglia degli accertamenti sulle commesse Expo, mentre Cns è il consorzio a cui aderiva la cooperativa di Salvatore Buzzi, al centro dell'inchiesta su Mafia Capitale. Accanto alle coop rosse, in quel 2012, c'era anche la Romeo Gestioni, che quell'anno si è portata a casa la bellezza di quattro lotti, per un controvalore di 353 milioni. Romeo è un imprenditore che da molto tempo lavora vincendo appalti Consip. E si dà il caso che qualche anno fa sia stato tra i finanziatori della renziana fondazione Open attraverso la società Isvafim (nell'elenco ancora disponibile accanto al nome della società è riportata la cifra di 60mila euro). Infine gli altri lotti dell'appalto del 2012 sono stati divisi tra il gruppo Manital di Ivrea e alcune coop bianche, in quel momento aderenti a Confcooperative, come Cncp e Colser. Tutto questo, per certi aspetti, è ruotato intorno anche all'ultima edizione del bando. E chissà che 2 anni e 8 mesi passati senza un'assegnazione definitiva non rappresentino la dimostrazione più plastica della lotta senza quartiere scatenatasi per la torta.

Con l'attuale appendice giudiziaria.

Commenti