Cronache

Invasione a Lampedusa. La Finanza: siamo stremati

La sanatoria ha moltiplicato gli sbarchi. La Gdf: "Ci mandano a prenderli a 12 miglia dalla costa"

Invasione a Lampedusa. La Finanza: siamo stremati

«Adesso ci mandano a prendere i migranti anche a 12 miglia dalla costa. Stiamo giorno e notte in mare, non ne possiamo più»: è la testimonianza di alcuni uomini della Guardia costiera e della Guardia di Finanza, che ormai da tempo sono impegnati nel recupero degli immigrati che arrivano dalle coste del nord Africa. Un lamento univoco, in seguito agli sbarchi degli ultimi giorni. Solo ieri ne sono stati registrati cinque.

Ad aggiungersi a un barcone recuperato a Lampedusa dalle Fiamme Gialle con a bordo un gruppo di 77 migranti, tra cui 16 minorenni (dai 16 ai 17 anni), altri quattro micro sbarchi: uno davanti all'isola dei Conigli, con sopra 4 tunisini e 4 ivoriani, uno arrivato direttamente a terra vicino a Cala Madonna con 9 tunisini, più altri due con 6 persone ciascuno.

Un viavai che non si ferma, tanto che sull'isola, sia al porto che sulla terraferma, si notano i barconi accatastati non ancora distrutti. Lampedusa è stracolma di extracomunitari e gli abitanti iniziano a non poterne più. Molti scappano, allettati dalla prospettiva di trovare lavoro dopo l'annuncio della regolarizzazione da parte del ministro Teresa Bellanova, le cui lacrime hanno portato in Africa alla diffusione della notizia che l'Italia è la nuova El Dorado. «Il fatto - racconta un operatore sul campo - è che quando questa gente arriva va a finire negli hotspot dove gli vengono dati vestiti, scarpe, cibo e la promessa di un futuro migliore. Hanno tutti il telefonino, che non gli viene sequestrato, per cui poi chiamano parenti e amici e dicono loro di partire perché in Italia sono serviti e riveriti. Per noi, invece, un lavoro continuo». Con straordinari che spesso vengono pagati molto più avanti. Molti migranti, peraltro, una volta arrivati sulle coste non vengono più trovati. Eppure gli aerei che sorvolano il Mediterraneo sono in grado di intercettare i barconi poco dopo la partenza. «Quando Salvini era ministro dell'Interno - racconta un altro operatore di polizia - veniva avvertita la Guardia costiera libica che riportava indietro gli immigrati. Ora avviene di rado. Quasi tutti, peraltro, partono dalla Tunisia, come era poco dopo la Primavera araba e arrivano vicini alla costa, dove poi noi li recuperiamo o direttamente sulla terraferma. Da quanto sappiamo - prosegue - il governo ha dato indicazioni affinché siano recuperati». Chi sono coloro che arrivano? Per assurdo non si sa. I controlli ci sono, ma non è gente che scappa dalla guerra, visto che di guerre in Africa allo stato attuale non ce ne sono e neanche dalla fame, poiché chi non ha soldi non può neanche permettersi di pagare la traversata. La maggior parte sono uomini giovani, che partono perché credono che l'Italia possa mantenerli. Della pandemia di Covid-19 se ne infischiano, perché in Africa ci sono più possibilità di contrarlo che qui, ma il fatto è che loro stessi potrebbero essere portatori del virus. Di fatto un tempo i migranti venivano trasportati dalle navi delle Ong, ora ferme, oggi i traghetti del mare sono gli stessi barchini o addirittura le motovedette di Gdf o Guardia Costiera che eseguendo gli ordini dei ministeri competenti recuperano i migranti e li portano a terra.

Una situazione che sta sfuggendo di mano e che rischia di riportare l'invasione nel nostro Paese ai numeri che si registravano ai tempi del governo Renzi, in nome di una politica dell'accoglienza che in molti faticano a capire.

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