L'interruzione totale delle forniture di gas dalla Russia verso l'Europa non è ormai solo un rischio ma un'ipotesi sempre più concreta. A suonare l'allarme è il direttore esecutivo dell'Agenzia internazionale dell'energia (Iea) Faith Birol intervistato dal Financial Times. Birol ha avvertito che «l'Europa dovrebbe essere pronta nel caso in cui il flusso il gas russo fosse completamente interrotto», aggiungendo: «Più ci avviciniamo all'inverno, più comprendiamo le intenzioni della Russia». Oltre a prevedere «misure sempre maggiori e profonde sulla domanda» da parte dei governi europei, il numero uno di Iea non solo non ha escluso il rischio di razionamento ma ha affermato di ritenerlo una possibilità reale in caso di ulteriori tagli.
La strategia di Vladimir Putin in campo energetico sembra orientata a verificare la tenuta dell'Europa con una chiusura a singhiozzo delle forniture per arrivare all'inverno in cui utilizzare il gas come un'arma di pressione verso i paesi Ue. Il direttore dell'Iea ha spiegato in quale direzione si sta muovendo Mosca: «Credo che i tagli siano orientati ad evitare che l'Europa riempia i depositi con gli stoccaggi e ad aumentare la leva della Russia nei mesi invernali».
Proprio sulla necessità di riempire gli stoccaggi si muove la strategia italiana come sottolineato dall'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi: «Se non riusciamo riempire gli stoccaggi non dico al 90% ma almeno all'80%, potremmo avere problemi questo inverno. Per questo lo stoccaggio è assolutamente necessario». Per il momento le forniture di gas dalla Russia si sono stabilizzate dopo una riduzione del 15-25% e poi del 50%, attestandosi a 32-33 milioni di metri cubi al giorno, anche se si tratta della metà dei livelli precedenti. Nonostante ciò, continua a crescere il prezzo del gas al listino di Amsterdam - di riferimento per l'Europa: ha concluso a 127 euro al megawattora in rialzo dell'1,2% rispetto al giorno precedente, un aumento che sembra inarrestabile da ormai vari mesi.
Intanto tiene banco in Europa il dibattito sul tetto al prezzo del gas e, a quanto si apprende da fonti qualificate a Bruxelles, manca il consenso tra i leader dell'Ue, con chi sostiene che già soffriamo diverse interruzioni di mercato e un price cap rischierebbe di aggravare la situazione. Diversa la posizione italiana, con il premier Draghi tra i principali sponsor di un tetto al prezzo che tre settimane fa ha ottenuto che la Commissione ricevesse un mandato per studiarne la fattibilità.
In attesa di risposte, l'energia è uno dei principali temi sul tavolo del Consiglio europeo di oggi e domani ma, pur essendo considerata «una priorità», non si prevedono decisioni operative ma solo l'intenzione di «progettare il lavoro per settembre o ottobre», come spiega un alto funzionario Ue.
Se così fosse, il rischio di arrivare a decisioni tardive con una situazione già compromessa è concreto, mentre la priorità dovrebbe essere anticipare eventuali ritorsioni da parte della Russia rendendo così l'arma energetica inefficace.
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