Roma - La sindrome delle miss colpisce ancora. Forza Italia candida Ylenia Citino e puntuale scatta l'equazione donna uguale velina. Il motivo? Una partecipazione di 7 anni fa alla trasmissione Uomini e Donne. Una etichetta difficile da scalfire nonostante un curriculum di assoluto rispetto.
Ylenia Citino, vuole presentarsi?
«Sono nata a Catania nell'86, dal 2006 vivo a Roma e fin dai tempi dell'università ho fatto parte dei movimenti giovanili di Forza Italia. Mi sono laureata con 110 e lode con una tesi sui partiti europei. Ho fatto un Master in studi diplomatici alla Sioi, partecipato alle missioni internazionali dell'International Republican Institute di Washington, ho lavorato alla Commissione Difesa del Senato, ho studiato all'Ena di Parigi e, in quell'ambito, ho fatto uno stage alla Prefettura di Parigi e uno al Consiglio Ue. Ora sto completando un dottorato in diritto costituzionale, vivo tra il Ghana e l'Italia e alle Europee ho preso quasi 13mila preferenze».
Ma per i giornali è ancora l'ex Velina di Uomini e Donne.
«Purtroppo una donna candidata in Forza Italia è costretta a subire battute e allusioni mentre nel Movimento 5 Stelle donne e uomini a malapena laureati vengono presentati come illustri economisti. Mi chiedo quali meriti abbia Di Maio per fare il candidato premier. Se fosse una donna sicuramente ne avrebbero messo in dubbio l'integrità».
Come è nata la sua candidatura?
«Sono stata messa alla prova e ho dimostrato di sapere ottenere consenso. Peraltro la mia candidatura, nel collegio Lombardia 1 della Camera, non è affatto blindata».
Come si sta organizzando per la campagna elettorale?
«È un'esperienza travolgente, cerco di muovermi sia nel mondo reale sui territori, nei gazebo, nei mercati, sia sui social dove si affiggono i manifesti virtuali. È importante ascoltare e rispondere sempre a tutti».
Sta spendendo molto?
«Sicuramente qualcosa di più rispetto alle Europee quando riuscivo a girare la Sicilia chiedendo ospitalità a parenti e amici nell'Isola».
Su cosa le piacerebbe lavorare in Parlamento?
«Sono scaramantica, preferisco non pensarci. Diciamo che vivendo tra Italia e Africa conosco la bellezza e le contraddizioni di quel continente e ritengo necessario agire contro l'immigrazione irregolare sostituendo il buonsenso al buonismo. Il push-factor è il desiderio di conquistare subito gli standard di vita europei, desiderio che attraverso gli smartphone amplificano e mitizzano».
Berlusconi chiede un Piano Marshall per l'Africa.
«È un problema globale, serve una azione globale. In Nigeria, ad esempio, sono perfettamente consapevoli che i loro connazionali emigrati all'estero hanno una reputazione negativa. Non per razzismo, ma per un dato di fatto: sono circa 170 mila i nigeriani detenuti all'estero.
Il presidente Buhari ha detto in maniera chiara che se i nigeriani non sono bene accetti in Europa o negli Usa devono incolpare solo loro stessi. E lo stesso Buhari ha chiesto una strategia coordinata per combattere contrabbandieri e trafficanti di esseri umani».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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