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"Io violentata da tutti". Ecco la vera vittima del caso Grillo junior

La vicenda è stata politicizzata dal comico. Agli atti dell'indagine le parole della ragazza

"Io violentata da tutti". Ecco la vera vittima del caso Grillo junior

«Mi hanno violentata». «Tutti». Sono gli attimi di un risveglio drammatico quelli che vengono ricostruiti nella testimonianza della ragazza che ha denunciato Ciro Grillo e tre coetanei per una presunta violenza sessuale subita in Sardegna nella villa del comico a Cala di Volpe, dopo una notte trascorsa in discoteca.

Il quotidiano La Stampa, in base ai verbali dell'inchiesta, ha ripercorso la serata e quello che sarebbe accaduto fino al risveglio choc di Silvia (nome di fantasia) - il 17 luglio 2019 - con la consapevolezza di aver subito la violenza, confidata all'amica che era con lei quella notte. Nelle indagini la Procura di Tempio Pausania ha sentito tutte le persone che le giovani hanno incontrato in quei giorni, hanno recuperato i messaggi con video e foto.

Dalle testimonianze emerge, al Billionaire, un bacio tra Ciro e la giovane (uno degli elementi della difesa), che si erano conosciuti quella stessa sera. Poi l'uscita dal locale alle 5 di mattina e l'invito rivolto alle due ragazze di andare a casa di Ciro Grillo per mangiare qualcosa. Intorno alle 6 l'amica di Silvia va a sdraiarsi e si addormenta. La ricostruzione ripercorre anche i tentativi respinti di approccio da parte di uno dei ragazzi, che avrebbero preceduto una prima violenza da parte di quest'ultimo. Che sarebbe avvenuta prima in una camera matrimoniale e poi nel box doccia del bagno, con gli altri ragazzi presenti. Silvia avrebbe poi tentato di svegliare l'amica per andarsene, ma senza riuscirci - i ricordi qui sono confusi perché l'altra ragazza è in dormiveglia (anche questo sarebbe un elemento portato dalla difesa). Nella testimonianza vengono ricordati anche i momenti di sconforto e di pianto di Silvia. Alle 9 circa - è il racconto della ragazza ai magistrati - i quattro le chiedono il motivo delle lacrime: «Lo sapete benissimo, mi ha fatto male e voi non siete intervenuti», riferendosi alla prima violenza subita.

È a questo punto del ricordo di Silvia che i giovani la avrebbero costretta a bere della vodka tenendola per i capelli. La giovane sarebbe stata ormai sotto l'effetto dell'alcol quando sarebbe stata abusata dai quattro fino alla perdita di conoscenza. Alle 14.45 l'amica si sveglia e trova Silvia sotto choc. Ci sono poi le testimonianze raccolte anche dai magistrati tra tutti coloro che avrebbero visto le ragazze nelle ore successive: «Non erano più le stesse, si vedeva che era successo qualcosa. Mi sembra non siano più uscite di sera», ha detto alla trasmissione tv Quarto grado in onda su Rete 4 l'albergatore che le ha ospitate in quei giorni. «Poi non mi ricordo se quel giorno o quello seguente, la ragazza ci ha chiesto in prestito la bicicletta, perché doveva andare a Palau a fare delle commissioni». Silvia avrebbe chiesto la bici per andare a comprare la pillola del giorno dopo.

Nel pomeriggio la giovane si reca comunque alla lezione di kitesurf, come ha ricordato Beppe Grillo nel video in cui nega la violenza sulla ragazza e con cui ha politicizzato l'intera vicenda. Ma l'istruttore, sentito dagli inquirenti, avrebbe spiegato di averla vista «molto turbata». Fino all'arrivo dei genitori pochi giorni dopo e alla confessione fatta alla madre.

Agli atti comparirebbe anche un messaggio inviato da uno dei giovani il 29 agosto, oltre un mese dopo i fatti: «Ho paura che quella ci ha denunciato».

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