Iran e Arabia alla guerra delle cavallette

Teheran accusa Riad di non aver fermato gli insetti che invadono il Paese

Iran e Arabia alla guerra delle cavallette

Le cavallette «immigrate» fanno litigare Iran e Arabia Saudita. Il primo Paese sta subendo una vera «occupazione» da parte dell'infestante insetto e accusa il secondo di non avere fermato in alcun modo l'invasione, pur avendo la possibilità di farlo.

Una storia bizzarra e dal sapore vagamente biblico quella che arriva da sei regioni meridionali dell'Iran: il Khouzestan, il Bushehr, il Fars, l'Hormozgan, il Kerman e Sistan e il Beluchistan. Territori ad alta propensione agricola, che da qualche settimana sono però invasi da sciami di cavallette, ciascuno da circa 20 milioni di esemplari, attratte dalle abbondanti piogge tipiche di questi territori. La più grave invasione di cavallette degli ultimi quarant'anni. Gli insetti arriverebbero dall'Arabia Saudita, che è divisa dall'Iran dal Golfo Persico. Non certo un ostacolo per insetti che possono tranquillamente percorrere 400 chilometri al giorno a circa 1700 metri di altezza. E il fenomeno sarebbe destinato a intensificarsi nelle prossime settimane, quando gli sciami si intensificheranno nel numero e nella composizione, raggiungendo i 50 milioni a gruppo. Una vera minaccia per l'agricoltura iraniana, considerando il potere distruttivo delle cavallette, che possono mangiare ogni giorno un quantitativo di cibo pari al proprio peso.

Finora i danni sono stati evitati, come ha spiegato all'agenzia di stampa Fars Saeed Moein, responsabile per la lotta contro i parassiti dell'Iran. Ciò non toglie che Teheran consideri Riad responsabile dell'invasione, dal momento che ben sapendo della destinazione delle cavallette non ha fatto nulla per ridurne il numero.

Insomma, un vero e proprio atto di guerra parassitaria, ennesimo episodio del conflitto nemmeno troppo strisciante che divide da decenni i due principali attori del Golfo Persico, che ambiscono entrambi a diventare la potenza leader del quadrante mediorientale. Due Paesi divisi innanzitutto dal modo di intendenre l'islam: sciita l'Iran, che ha 81 milioni di abitanti, sunnita l'Arabia saudita, che ne ha 31 milioni. Anzi, l'Arabia è wahabita, una corrente sunnita che riconosce gli sciiti come eretici. La divisione religiosa negli ultimi tempi si è trasformata sempre più in un gioco di potere politico per il controllo di una grande zona di influenza.

Eppure ci sono anche molte cose che uniscono Arabia Saudita e Iran. Entrambi i Paesi sono storici alleati degli Stati Uniti anche se il rapporto con Washington è ora decisamente freddo, soprattutto se parliamo di Teheran. Entrambi poi vantano regimi decisamente autoritari, molto retrogradi, con un'economia dipendente dal petrolio (un po' più diversificata quella iraniana), con alti tassi di disoccupazione giovanile. Due Paesi che si specchiano ma che proprio per questo sono anche veri rivali.

E in questo quadro geopolitico molto delicato si inserisce

adesso la «crisi delle cavallette», già annunciata dalla Fao che da febbraio invita alcuni Paesi (Iran, Arabia Saudita, ma ancha Somalia, Eritrea, Etiopia) a vigilare e operare interventi. Che Riad ha bellamente trascurato.

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