Cronache

Irregolari criminali: una scia di violenza. Ma le espulsioni restano al palo

In un anno rimpatriati soltanto 71 soggetti In 161 fermati perché rientrati in Italia

Irregolari criminali: una scia di violenza. Ma le espulsioni restano al palo

M5s e Pd puntano il dito contro le strumentalizzazioni dei fatti di Rimini. Il centrodestra attacca «l'accoglienza senza regole». Ma sul campo l'attività di forze dell'ordine e intelligence non si è mai fermata nel monitorare i soggetti più a rischio. Non sempre però la macchina della prevenzione riesce a intercettare singoli individui potenzialmente pericolosi tra le sacche di irregolarità dei flussi migratori.

Tra l'1 agosto 2020 e il 31 luglio scorso sono state eseguite 71 espulsioni per motivi di sicurezza dello Stato (lo stesso numero dei dodici mesi precedenti) legati anche al rischio terrorismo ma non solo. Si tratta soprattutto soggetti di nazionalità tunisina. Come i 161 che sono stati fermati solo nel mese di agosto su richiesta della Procura di Agrigento perché rientrati illegalmente in Italia dopo essere già stati espulsi.

Era tunisino anche Brahim Aouissaoui, 21 anni, autore dell'attentato di Nizza del 29 ottobre 2020 in cui morirono tre persone. L'attentatore era sbarcato il 20 settembre a Lampedusa prima di diventare un fantasma e colpire oltreconfine.

Era tunisino e in Italia da irregolare sin dal 2014 Radhi Mahmoudi, 53 anni, che il 15 settembre 2020 ha accoltellato a morte Don Roberto Malgesini 51 anni, il parrocco di Como impegnato nell'attività di assistenza agli indigenti della città tra cui anche lo stesso Mahmoudi. Era già stato condannato in via definitiva per estorsione e maltrattamenti in famiglia, ed era destinatario di due provvedimenti di espulsione rimasti sulla carta: l'ultimo, di aprile 2020, non era stato eseguito causa blocco voli per il Covid.

Era irregolare sul territorio italiano anche il 44enne pregiudicato ghanese, Ahmed Brahim, ferito il 20 giugno da un colpo di pistola esploso da un poliziotto che cercava di fermarlo mentre girava armato di coltello fuori dalla stazione Termini a Roma. L'uomo aveva già un profilo di pericolosità sociale: aveva danneggiato alcune statue in alcune Chiese di Roma ed espresso odio verso la religione cristiana. Era stato denunciato per resistenza e minaccia a pubblico ufficiale e per offesa a una confessione religiosa. Poco prima dell'episodio di Termini era stato denunciato per danneggiamento e lesioni dopo il lancio di bottiglie contro un centro islamico della Capitale in cui era rimasto ferito anche l'imam.

A Lampedusa era sbarcato a maggio anche l'egiziano Haitham Mahmoud Abdelshafi Ahmed Masoud, accusato di aver stuprato il 27 agosto una lavoratrice dell'ospedale San Raffaele di Milano mentre andava sul posto di lavoro.

Ma l'ultimo episodio di Rimini, con «l'arresto, conferma l'efficienza e l'immediatezza di intervento delle nostre forze di polizia sempre encomiabili nel contrastare atti di criminalità. L'episodio al contrario mette in luce che una immigrazione senza controllo genera criminalità e delinquenza», dice Nicola Molteni, sottosegretario all'Interno. «Questo ennesimo atto di violenza da parte di un presunto richiedente asilo -avverte- conferma che la politica dell'accoglienza senza regole e senza una vera integrazione è un fallimento totale. L'immigrazione è un problema strutturale e non congiunturale che se non gestito crea solo problemi e disagi. Nascondere l'emergenza flussi con oltre 41 mila sbarchi nel 2021 significa negare la realtà. Aver cancellato i decreti Salvini si conferma come un clamoroso errore del governo Conte 2». E delle 43.

877 domande di asilo esaminate nell'ultimo anno, il 37,7% si sono chiuse con provvedimento di diniego perché i soggetti non hanno diritto ad alcuna protezione internazionale.

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