Gli islamisti falliscono il golpe (farsa) in Libia

L'ex premier Al-Ghwell tenta invano di tornare a Tripoli. Il governo: «Li arresteremo»

Un golpe o una farsa? È il dilemma su quanto accaduto nelle ultime ore a Tripoli, capitale della Libia, dove venerdì il consiglio di stato è stato occupato da parte dell'ex premier del governo di salvezza, Khalifa Ghweil, e del vicepresidente del Congresso nazionale, Awad Abdel Sadiq. Il consiglio di presidenza del governo di riconciliazione nazionale libico di Tripoli ha definito l'accaduti «illegale» e ha chiesto al ministero dell'Interno e alle forze di sicurezza di cooperare con la procura per indagare e prendere provvedimenti immediati «contro chi ha pianificato e eseguito l'assalto alla sede del Consiglio di Stato tra i politici libici. Ammoniamo questo gruppo di fuori legge dall'attaccare le istituzioni dello stato. Consideriamo l'attacco alla sede del Consiglio di Stato un tentativo di continuare a boicottare e ostacolare l'esecuzione degli accordi di riconciliazione nazionale». Ieri il premier del governo di concordia nazionale riconosciuto dall'Onu, Fayez al-Serraj ha invocato l'arresto di «quei politici che tentano di creare istituzioni parallele e destabilizzare la capitale».

Venerdì Ghweil e Abdel Sadiq avevano tenuto una conferenza stampa per annunciare il ripristino del vecchio governo e delle vecchie istituzioni libiche presenti a Tripoli prima degli accordi di riconciliazione firmati in Marocco a dicembre scorso. Secondo l'emittente televisiva «al Arabiya», un gruppo di miliziani fedeli ai politici del vecchio Congresso nazionale avevano posto in essere il blitz ingaggiando uno scontro a fuoco con quelli che sostengono invece il governo di riconciliazione nazionale.

Ieri però a Tripoli c'era un clima di calma apparente. «Non ci sono scontri - avrebbe riferito una fonte a Tripoli citata dal quotidiano francese le Monde - e non c'è stata ancora una reazione e non è chiaro se si sia trattato di un colpo di stato serio o di una farsa». In tanti attendono che il premier al-Serraj si faccia vedere in tv per rassicurare gli animi. Ieri egli si sarebbe trovato in Tunisia, dove da giorni lavora al difficile puzzle della composizione di un nuovo governo. In un comunicato, il Consiglio presidenziale del Governo di Concordia ha condannato «i tentativi di sabotaggio dell'accordo politico» sponsorizzato dalle Nazioni Unite.

Una condanna analoga è arrivata dall'inviato Onu il Libia, Martin Kobler, che ha espresso il suo «sostegno al Consiglio presidenziale del Governo di concordia nazionale» e ha chiesto che si metta fine, «per il bene del popolo libico», al tentativo di creare «istituzioni parallele».

Il destino dei «golpisti» dipende soprattutto da quante milizie armate siano disposte a sostenere l'islamista Ghwell, eventualmente scontrandosi con le forze fedeli a Serraj.

Ma anche dalla risposta di Abdullah al-Thinni (che guida il governo libico di al-Baida, legato al Parlamento di Tobruk e al generale Khalifa al-Haftar, e che a sua volta non riconosce il governo di Serraj) all'appello di Ghwell ad aderire alla sua iniziativa e formare insieme a lui un governo di unità nazionale.

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