Coronavirus

Tra Italia e Australia il passo è breve

"Non importa se oggi è la fine del mondo, in Australia è già domani" diceva Charles M. Schultz

Tra Italia e Australia il passo è breve

«Non importa se oggi è la fine del mondo, in Australia è già domani» diceva Charles M. Schultz. E noi abituati alle frasi lapidarie dei suoi Peanuts ci abbiamo sempre creduto: c'era un Paradiso, laggiù, così lontano, così diverso. Ora invece abbiamo scoperto che tra l'Italia e quel paradiso non esiste così distanza, anzi: quello sì è un posto pieno di gente simpatica che il resto del mondo invidia, quando poi non ci si mette in mezzo la politica e la figura internazionale è fatta. Ricorda qualcosa? Insomma: la vicenda Novak Djokovic, al netto del delirio mistico di chi si crede al di sopra di tutti i Covid, ha portato alla luce un lato oscuro della nostra Terra Promessa. Eppure basta una sola volta arrivare alla frontiera con la bresaola in valigia (un collega ci ha provato) per capire che se non t'ingozzi prima di scendere dall'aereo rischi la galera. Figurarsi se non sei vaccinato. È il prezzo di uno scenario incontaminato, e dell'intransigenza di un popolo unito nato da una colonia penale (di cui è fiera) e tendente alla purezza. Fino al Covid, appunto. Il virus ha sparigliato le carte, i severi lockdown che hanno costretto intere famiglie a stare separate per più di un anno e mezzo, hanno creato una crepa. E poi, appunto, c'è la politica: il premier centrale e liberale Scott Morrison, duro e puro e poco incline alle critiche, contro in questo caso quello dello stato di Victoria Daniel Andrews, sempre duro, ma non così purissimo se si tratta di materie in contrasto col governo che risponde al Commonwealth. Guarda caso nell'anno delle elezioni. Alla fine il cerino resta in mano al poliziotto che deve difendere i confini e succede il più grottesco dei pateracchi. E dunque: sta venendo a galla l'inaspettato, dal come vengono (mal)trattati i migranti fino (addirittura) alle intemperanze razziste negli stadi di cricket, là dove c'era un gioco dal punteggio incomprensibile ai più, praticato da gentleman tra una pausa per il the e l'altra. Tutto sta cambiando, anche in Paradiso. Ma dovevamo saperlo: in mezzo a scenari incontaminati, animali selvaggi e tendenza alla serenità, alla fine ci sono sempre gli uomini e i loro rappresentanti.

Il cui peggio non conosce confini.

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