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"Italia inumana coi minori". Ma è il governo di sinistra

La Corte di Strasburgo contro l'allora premier Gentiloni: nel 2017 a Taranto migranti trattati in modo degradante

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La sinistra che accusa l'Italia di voler creare lager per migranti in Albania - anche se quei Cpr sarebbero eventualmente riservati peraltro solo agli uomini, non a donne, minori o fragili - viene condannata dalla Corte europea di Strasburgo per aver tenuto nel 2017 quattro minori in condizioni «inumane e degradanti». Il cortocircuito buonista va in scena ieri mattina, quando la notizia della condanna comminata all'Italia per l'hotspot di Taranto fa il giro dei social. Peccato che la sentenza si riferisca al governo di centrosinistra, quando l'attuale commissario Ue Paolo Gentiloni era a Palazzo Chigi e Marco Minniti era il titolare del Viminale.

Il pronunciamento della Corte europea dei diritti umani si riferisce a quattro ghanesi nati nel 2000 arrivati sulle coste italiane il 22 maggio del 2017. Dichiararono di essere minori ma anziché essere collocati nelle strutture per minorenni (come poi avvenne solo a luglio, dopo il pressing della stessa Corte di Strasburgo) finirono con gli adulti nell'hotspot di Taranto, che allora brulicava di disperati: 1.419 profughi, ben oltre la capienza di 400 persone prevista. L'esecutivo alla Corte non ha mai contestato i dati, ma si è limitato a spiegare che il 22 e 26 maggio 2017 erano sbarcati due gruppi di migranti molto numerosi che comprendevano 202 minori e che - come avviene in questi casi - gli arrivi massicci avevano reso la situazione particolarmente difficile da gestire. Statisticamente è stato proprio il 2017 l'anno che ha registrato il numero di sbarchi più alto di sempre, purtroppo in linea con la tendenza del 2023.

Ai quattro ragazzi ormai maggiorenni finiranno circa 10mila euro a testa, tra e spese legali e danni morali per «le condizioni d'igiene inadeguate» nelle quali sono stati costretti a vivere per due mesi che l'Italia dovrà sborsare, condizioni inumane rese plastiche dalle fotografie che gli stessi ragazzi hanno scattato e mostrato alla Corte. Allora come oggi, poco è cambiato purtroppo. Nello stesso hotspot di Taranto ci sono almeno 400 minori non accompagnati, tra cui almeno 100 bambini, in una situazione sostanzialmente immutata. Per colpa dei flussi incontrollati per cui la sinistra fa il tifo, i centri di prima accoglienza sono diventati dei campi di permanenza, «violando così l'articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo». Bruxelles fa spallucce, pur rimarcando la necessità di combattere questo orrendo e redditizio mercato, e se la prende con «la tendenza preoccupante di esternalizzare le procedure di asilo, mandando i migranti in Paesi terzi (come l'Albania, ndr)», come sottolinea l'Alto commissario per i diritti umani (Unhcr) Volker Turk. L'Italia è già stata condannata di recente anche per l'hotspot di Lampedusa e per le espulsioni di alcuni tunisini che sempre nel 2017 erano stati trattenuti in modo «inumano e degradante» nell'isola per dieci giorni, considerate una forzatura perché «collettiva» anziché dopo «una «valutazione individualizzata», per «la privazione della libertà personale» e per una «ingiustificata limitazione alla libertà di circolazione in assenza di una base giuridica chiara e accessibile e di uno specifico provvedimento», dunque non strettamente connesso «allo scopo di impedire l'ingresso non autorizzato della persona nel Paese». Non una parola sugli oltre 50.000 sbarchi sull'isola nel solo anno 2017 che mandarono in tilt i buoni propositi della sinistra e soprattutto Lampedusa.

Che oggi ospita appena 9 migranti.

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