Coronavirus

Italia, record di vaccini. Ma il vero problema è il numero delle dosi

Oltre 550mila iniezioni, superata la Germania. Passa in testa il Veneto, risale la Lombardia

Italia, record di vaccini. Ma il vero problema è il numero delle dosi

Sono già 555.855 le persone vaccinate in Italia, in testa per dosi somministrate in Europa, davanti alla Germania per un'incollatura. Come previsto dal piano la profilassi è partita per gli operatori sanitari, fino ad ora 452.991. La maggioranza si colloca nella fascia d'età tra i 50 e i 59 anni. Bene il Veneto con oltre l'81 per cento delle dosi ricevute già somministrate e in numeri assoluti anche il Lazio con 61.392 dosi. Arranca sempre la Lombardia che si ferma al 36,6 per cento delle dosi inoculate rispetto a quelle ricevute ma non è più ultima. La segue Bolzano con il 34,8 per cento.

L'obiettivo indicato dal commissario straordinario Domenico Arcuri è somministrare entro l'autunno 120 milioni di dosi di vaccino ovvero immunizzare 60 milioni di persone: in pratica tutta la popolazione. La grande incognita nella corsa verso una copertura che garantirebbe la ripresa delle attività a pieno ritmo senza rischi è sempre l'arrivo delle dosi. Dopo quelle della Pfizer ora l'Europa è in attesa delle fiale di Moderna. Il piano di distribuzione della big pharma prevederebbe (il condizionale è d'obbligo visto i tanti incidenti di percorso) l'arrivo per gennaio di 133mila dosi che poi salirebbero complessivamente a 764mila entro la fine di febbraio. Moderna deve consegnare al nostro paese un milione e 346mila dosi entro il primo trimestre del 2021. Le spedizioni del vaccino avverranno ogni 15 giorni: domani arriveranno le prime 47mila dosi, mentre la settimana del 25 gennaio altre 66mila, quella dell'8 febbraio 163mila e quella del 22 febbraio 488mila.

Complessivamente con Pfizer e Moderna nel primo trimestre dovremmo ricevere poco più di 10 milioni di dosi. Quindi il numero dei vaccinati si attesterà intorno ai 5 milioni visto che per l'immunizzazione è richiesta una doppia inoculazione.

Dato che ai primi 300 milioni di dosi concordati dalla Commissione europea se ne sono aggiunti altri 300 come confermato due giorni fa dalla presidente, Ursula von der Leyen, grazie alla partecipazione dell'Italia all'accordo europeo il nostro paese avrà accesso complessivamente a 81 milioni di dosi del vaccino Pfizer Biontech. A queste si aggiungono i 21 milioni di Moderna.

Quindi anche soltanto con i due vaccini già approvati dovremmo essere in grado di vaccinare 51 milioni di italiani, raggiungendo una copertura ottimale. Sempre che le dosi arrivino con il ritmo annunciato e soprattutto che il sistema sia in grado di reggere questa velocità nel corso dei prossimi mesi. È vero che ora la profilassi procede speditamente ma non con lo stesso ritmo in tutte le regioni. E occorre tenere conto anche del fatto che ora i punti di somministrazione sono collocati in strutture sanitarie dove già opera la maggioranza degli operatori che devono vaccinarsi. La logistica si complicherà per la vaccinazione a tappeto della popolazione quando diventerà fondamentale l'apporto dei medici di famiglia e dei pediatri di base capillarmente diffusi sul territorio. Per avere più dosi disponibili si conta sull'approvazione del vaccino Astrazeneca-Oxford al massimo entro la fine di gennaio. All'Italia dovrebbero arrivare 16 milioni di dosi entro il primo trimestre dell'anno. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervenuto durante un seminario organizzato dalla Federazione italiana medici pediatri, Fimp, ha sottolineato che «siamo ancora all'inizio del percorso».

Arcuri si impegna a garantire che pediatri e medici di base «vengano vaccinati nel minor tempo possibile» però «sempre compatibilmente con le dosi disponibili».

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