Una cellula jihadista agiva tra l’Italia e il Nord Europa per ingrossare le fila del terrorismo islamico e reclutare combattenti da destinare al fronte siro-iracheno. L'operazione antiterrorismo "JWeb" ha portato all'arresto di sedici curdi iracheni e un kosovaro e ha rilanciato l'emergenza jihad nel Vecchio Continente. Tanto che la Lega Nord è tornata a invocare il pugno duro contro i musulmani. "Adesso - tuona Maurizio Fugatti - è necessario procedere alla chiusura di tutti i potenziali luoghi in cui il fondamentalismo islamico può crescere e svilupparsi, come le moschee e i centri islamici".
"L'organizzazione era collegata allo Stato Islamico", ha sottolineato il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti. "Gli indagati - ha comunque affermato il comandante dei carabinieri del Raggruppamento operativo speciale, generale Giuseppe Governale - non preparavano attentati in Italia". Nel corso delle indagini, come ha spiegato Governale, è stata invece documentata "la progettazione di attività ostili con attentati a diplomatici norvegesi e del Regno Unito presso le rappresentanze diplomatiche in Medioriente e persino in Norvegia contro dei parlamentari per ottenere l’attenuazione del regime carcerario del Mullah Krekar", considerato il capo dell’organizzazione. Krekar, il cui vero nome è Najmuddin Faraj Ahmad, è residente in Norvegia dov’era detenuto da alcuni mesi. Viene indicato come un ideologo dell’islamismo a tutti i costi, capace di attirare attraverso il web l’attenzione di proseliti curdi iracheni sparsi in Europa. Già fondatore nel 2001 di Ansar al-Islam, gruppo terroristico curdo sunnita, smantellato col tempo, dopo essere fuggito dall’Iraq aveva ottenuto asilo politico in Norvegia.
In Italia uno degli snodi chiave della rete di jihadisti era a Merano. Qui, Nauroz Abdul Rahman, uno degi arrestati, particolarmente attivo nell’attività di reclutamento teneva nel proprio riunioni segrete e crocevia di aspiranti terroristi suicidi o combattenti islamici. La cellutla italia operava nel reclutamento e radicalizzazione di militanti, principalmente attraverso il web e specialmente come "filiera di facilitazione" per la Siria. L’indagine era partita dalla scoperta del sito www.jarchive.info, portale che diffondeva materiale riconducibile ad Al Qaeda e ai gruppi ideologicamente affini.
"Un quadro che si è sviluppato a causa di anni di lassismo sul territorio bolzanino in cui sono proliferate moschee, centri islamici e associazioni culturali che hanno fatto da substrato alla crescita della cultura vicina al fondamentalismo islamico - tuona il leghista Fugatti - mentre attendiamo l’avvento dell'islam moderato, che non arriverà mai, i nostri territori vengono invasi dalla proliferazione di terroristi che pianificano attacchi al nostro paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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