Cominciano a comporsi i pezzi del complesso puzzle dell'operazione di polizia di giovedì in Belgio, nel corso della quale due terroristi islamici sono stati uccisi a Verviers, nell'est del Paese. Questi personaggi, ha spiegato il magistrato belga Thierry Werts, «stavano preparando un'azione da compiere entro pochi giorni».
Cinque delle tredici persone arrestate nella notte in Belgio nell'ambito dell'inchiesta sui circoli jihadisti, è stato precisato ieri sera, sono state incriminate per «partecipazione ad attività di un gruppo terroristico». Tre sono stati messi in stato di fermo (uno è la persona rimasta ferita nell'assalto di giovedì sera a Verviers). Due sono stati invece «liberati con la condizionale».
La procura belga ha anche fatto sapere che richiederà rapidamente l'estradizione dei due individui, di cui non sono note al momento né l'identità né la nazionalità, arrestati al valico di frontiera del Frejus in Savoia, mentre tentavano di entrare in Italia; i due «stavano attraversando la frontiera proprio mentre i poliziotti ricevevano l'allerta dal Belgio» e sono stati bloccati.
Secondo indiscrezioni diffuse da alcuni media belgi, i jihadisti stavano preparando il rapimento e la decapitazione di un importante personaggio, forse scelto nel mondo della giustizia. Il portavoce del premier belga Charles Michel ha indicato in una conferenza stampa tenuta ieri mattina «giovani belgi tornati dalle zone di combattimento, particolarmente in Siria» come oggetto dell'azione della polizia in diverse città del Paese, «che era stata preparata da mesi con un lavoro minuzioso e che è valsa a smantellare una cellula terroristica con la sua rete logistica», una delle circa venti cellule dormienti sparse tra Francia, Germania, Olanda e Belgio di cui parlano in queste ore con preoccupazione fonti di intelligence. «Questo - ha aggiunto - mostra la determinazione del governo belga nel combattere coloro che intendono seminare il terrore». «La paura deve cambiare campo», ha concluso minacciosamente.
In Francia sono state invece arrestate complessivamente altre 12 persone, ed è confermato il fermo del «quarto uomo» che fornì l'auto ad Amely Coulibaly e collaborò ai preparativi per l'attacco al supermercato kosher di Parigi. I sospetti sono stati fermati nelle banlieue parigine abitate in gran parte da nordafricani e interrogati perchè sospettati di aver «fornito armi e auto» ai due fratelli franco-algerini Kouachi, autori del massacro del 7 gennaio alla redazione di Charlie Hebdo .
Oltre duecento agenti della polizia tedesca, inoltre, hanno effettuato all'alba di ieri un raid contro sospette cellule islamiste a Berlino, e arrestato due uomini di origine turche di 41 e 43 anni, sospettati di guidare «una cellula di cinque jihadisti formata da turchi, ceceni e daghestani». Fermata anche una diciottenne all'aeroporto londinese di Stansted: ieri sera veniva interrogata per legami con organizzazioni terroristiche.
Ieri sono tornati a farsi vivi
anche gli «hacker della guerra santa». Un attacco informatico massiccio ha messo fuori uso per ore i siti di diversi giornali francesi tra i quali L'Express , Le Parisien , 20 Minutes , France Info , Mediapart e Marianne.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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