Il Senato dice sì alla fiducia: il Jobs act è legge

Il Senato approva la legge delega. Il governo ha sei mesi di tempo per varare i decreti sul lavoro. Renzi esulta

Jobs act, scontri in piazza
Jobs act, scontri in piazza

Disco verde dal Senato alla fiducia sul Jobs act, con 166 sì, 112 no e un astenuto, su 280 presenti, 279 votanti e una maggioranza di 140. Il provvedimento è stato approvato senza modifiche nel testo tornato in terza lettura dalla Camera. Il presidente del Consiglio esulta:"#JobsAct diventa legge. L'Italia cambia davvero. Questa è #lavoltabuona. E noi andiamo avanti", scrive Matteo Renzi su Twitter. Ora che succede? Tecnicamente il governo (ricevuta la delega dal parlamento), avrà tempo fino a giugno per tradurre il contenuto del Jobs act in 5 decreti su ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro, semplificazione delle procedure e degli adempimenti, riordino delle forme contrattuali, tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro.

Saranno i decreti delegati, dunque, a disciplinare le norme neldettaglio. La novità che più ha acceso il dibattito è la previsione del contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti per i nuovi assunti che prevede un indennizzo parametrato all’anzianità di servizio invece della reintegra nei casi di licenziamenti illegittimi per motivi economici. La reintegra resterà nel caso di licenziamenti nulli e discriminatori e alcune specifiche fattispecie di licenziamento disciplinare. In questo modo si arriva al superamento di fatto, per i nuovi assunti, dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Altre novità in materia di contratti sono quelle dello sfoltimento delle tipologie contrattuali, a partire dai co.co.pro., e il Codice semplificato del lavoro.

L’altro capitolo fondante del provvedimento è quello che introduce la cosiddetta flexsecurity con le riforme degli ammortizzatori sociali e delle politiche attive per "accompagnare" chi ha perso il lavoro verso una nuova occupazione. Tra le novità, l’estensione dell’Aspi, l’esclusione dalla Cig per le aziende che cessano definitivamente l’attività, il contratto di ricollocazione e l’Agenzia nazionale per l’occupazione. Altre deleghe riguardano la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, il divieto di dimissioni in bianco, il controllo a distanza su impianti e strumenti di lavoro e il cosiddetto demansionamento. Sul versante delle risorse, sia per incentivare le nuove assunzioni che per gli ammortizzatori sono previsti stanziamenti nel Ddl di Stabilità.

"Questa legislatura - ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi nel question time alla Camera - è la grande legislatura delle riforme". E ha sottolineato come dal Jobs Act al ddl riforme costituzionali fino alla legge elettorale "questo Parlamento stia affrontando riforme straordinarie". Intanto a Roma, al corteo contro il Jobs act, si sono registrati alcuni scontri tra manifestanti e polizia. Durante il corteo sono stati lanciati petardi, uova e fumogeni. Una decina di persone contuse e ferite.

"La legge delega sul lavoro - ha detto in aula, a Palazzo Madama, il ministro del Welfare Giuliano Poletti - vuole fare del contratto a tempo indeterminato il perno essenziale della nuova situazione". Poi ha ricordato che "su 100 avviamenti al lavoro (non di posti di lavoro, ndr) oggi abbiamo 85 avviamenti con contratti a tempo determinato e di tutte le altre tipologie similari e 15 a tempo indeterminato". Per favorire i contratti a tempo indeterminato, ha spiegato il ministro, "abbiamo bisogno di una norma più flessibile, aperta e gestibile sul piano normativo e di un dato di convenienza sul piano economico. Altrimenti il dato di fatto non è quello che succederà, non è la paura di ciò che accadrà, perché noi dobbiamo chiederci cosa è accaduto già oggi".

"Oggi - ha aggiunto Poletti - la pluralità di queste tipologie contrattuali e il fatto che tra di loro siano economicamente disallineate ha provocato una cannibalizzazione, nel senso che molte imprese competono tra loro non nel miglioramento della qualità del prodotto, dell'efficienza, dell'efficacia e così via, ma in una rincorsa finalizzata a catturare la tipologia contrattuale più economica. Ma se lasciamo che le cose stiano così, il sistema imprenditoriale del nostro Paese non migliorerà nella sua capacità competitiva globale, avrà sempre più problemi". "Anche qui - ha continuato il ministro - abbiamo bisogno di dare una sistemata a un terreno di confronto e competizione tra le imprese, che avvenga sul piano della competizione e non sulla rincorsa al ribasso delle tipologie contrattuali più competitive in termini di flessibilità e costo, che è quanto è accaduto effettivamente in questi anni".

Per fare ciò, ha spiegato Poletti,"abbiamo deciso di destinare nella legge di stabilità 1,9 miliardi di euro per la decontribuzione, per i primi tre anni, dei contratti a tempo indeterminato e abbiamo deciso di ridurre la base imponibile Irap del costo del lavoro dei contratti a tempo indeterminato", un "segno chiaro della volonta di questo governo".

Il ministro è soddisfatto perché la legge delega secondo lui accontenta un po' tutti: "Non credo che questa legge delega sia troppo vaga o non si capisca che cosa si voglia fare.

A volte credo di poter dire che si è fatta di essa una lettura troppo parziale, nel senso che ognuno ha preso il pezzettino che gli serviva per sostenere la propria tesi".

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