Jordan, la mamma massacrata facendo scudo al suo piccolo

Atti di eroismo e storie di fughe rocambolesche Un soldato salva i bimbi, scambiato per il killer

Jordan, la mamma massacrata facendo scudo al suo piccolo

Paura, disperazione, quella forza che ti arriva dal trovarti al confine tra la vita e la morte. Le stragi di El Paso e di Dayton, avvenute in luoghi affollati di persone ignare di trovarsi all'appuntamento con il destino, sono piene di storie di condanne e di salvezze decise dal caso, dalla prontezza, dall'agilità.

Partiamo da El Paso. Uno delle storie più commoventi è quella di Glenn Oakley, un militare. «Un bambino è arrivato e ha detto che c'era un uomo che sparava al Walmart, ma non gli abbiamo creduto». Poi quando ha capito che non si trattava dell'immaginazione di un ragazzino, Oakley ha avuto modo di riscattarsi, occupandosi di un gruppo di bambini soli, lontani dai propri genitori. «Ho preso la mia arma - ha raccontato - e sono scappato con loro, ho cercato di radunarne il maggior numero, poi ho cercato di dirigermi verso il parcheggio. Erano tutti così terrorizzati... Poi a un certo punto ho trovato l'uscita e a quel punto uno dei poliziotti ha pensato che io fossi lo sparatore e ho dovuto mostrare il mio porto d'armi».

Storie di salvataggi come quella di Sylvia Saucedo, che con tanti altri clienti del centro commerciale Cielo Vista durante la sparatoria si è riparata sotto un tavolo e ha avuto la lucidità di girare un video con il telefonino che poi ha postato sul Facebook (nella foto) raccontando di «un'esperienza orribile». E storie di morte e di vita assieme, come quella di Jordan Jamrowski Anchondo, madre di tre bambini, che era al Walmart per acquistare materiale per la scuola per i suoi figli più grandi, morta a 25 anni facendo scudo con il suo corpo con il più piccolo, di appena due mesi, che è sopravvissuto anche se ferito.

Spostiamoci a Dayton. La storia più incredibile è quella di Megan betts, sorella di Connor, 22 anni, a un passo dalla laurea in Scienze politiche, che si trovava nel Ned Peppers, il locale della strage, con il suo fidanzato, ucciso anch'egli. Un orribile capriccio del caso o invece la presenza di Megan è collegata con le motivazioni del gesto di Connor?

Tante anche qui le testimonianze. Il musicista Daniel Williams, racconta: «Sono affranto per le persone colpite.

Non ho mai avuto così tanta paura in vita mia». E su Twitter Hannuh racconta di essere rimasto «senza parole e senza fiato. Abbiamo sentito degli spari sul patio. Siamo scappati e nel farlo abbiamo scavalcato una staccionata e calpestato molti corpi».

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