Afghanistan in fiamme

Kabul, è il giorno dell'addio. Razzi contro l'aeroporto fermati dallo scudo americano

Si chiudono in queste ore i vent'anni di guerra americana in Afghanistan con le ultime operazioni di evacuazione, che proseguono sotto la minaccia costante di un nuovo attentato terroristico

Kabul, è il giorno dell'addio. Razzi contro l'aeroporto fermati dallo scudo americano

Si chiudono in queste ore i vent'anni di guerra americana in Afghanistan con le ultime operazioni di evacuazione, che proseguono sotto la minaccia costante di un nuovo attentato terroristico. Il Pentagono ha assicurato che ha ancora le capacità di far uscire persone dal paese mentre sta ultimando le operazioni di ritiro, ma nel frattempo è stato sventato un nuovo attacco contro l'aeroporto di Kabul. Almeno cinque razzi sono stati lanciati contro lo scalo, ma sono stati intercettati dal sistema anti-missili statunitense: secondo quanto confermato dal generale Hank Taylor, vice capo di stato maggiore delle forze armate Usa, tre sono caduti fuori dall'aeroporto, uno è stato neutralizzato dal sistema di difesa C-RAM, e un altro è caduto dentro il perimetro senza causare danni.

Un funzionario americano ha rivelato alla Cnn che apparentemente è stato utilizzato un veicolo civile come piattaforma di lancio improvvisata. I jihadisti dell'Isis-K hanno rivendicato il lancio di «sei razzi Katyusha», ma Washington ha promesso una «risposta rapida e potente» a qualsiasi minaccia in arrivo nella capitale, come ha assicurato Taylor. Mentre il portavoce della Difesa John Kirby ha avvertito che «c'è ancora una minaccia attiva, reale e specifica» di attacchi terroristici a Kabul.

La Casa Bianca, intanto, ha confermato che «le operazioni continuano senza interruzioni». Jen Psaki, portavoce di Joe Biden, ha fatto sapere che «il presidente ha confermato l'ordine ai comandanti di raddoppiare gli sforzi e fare tutto il necessario per proteggere le nostre forze a terra». Il segretario di stato americano, da parte sua, ha sottolineato che «quasi 100 paesi» hanno firmato una dichiarazione sulle «rassicurazioni dei talebani» a consentire lo spostamento «in sicurezza», fuori dal paese, degli stranieri e degli afghani muniti di permessi di viaggio dai singoli stati. I talebani «saranno ritenuti responsabili di questo impegno» che hanno preso, ha chiarito Antony Blinken.

Nel frattempo, le testimonianze di vicini e parenti hanno svelato che il raid americano condotto domenica con un drone MQ-9 Reaper nella regione di Nangarhar, in cui sono stati eliminati due membri della filiale dello Stato islamico del Khorasan, ha causato la morte di 10 civili, tra cui sette bambini, che facevano tutti parte di un'unica famiglia. Secondo quanto raccontato al Washington Post da Abdul Matin Azizi, un vicino di casa testimone del raid, la famiglia stava uscendo dall'auto per rientrare nella propria abitazione, quando il drone ha colpito un veicolo nelle vicinanze. Mentre la Cnn ha riportato la testimonianza del fratello di una delle vittime, che ieri aveva riferito di nove morti, di cui sei bambini. «Siamo a conoscenza delle informazioni su vittime civili in seguito al nostro raid a Kabul - ha spiegato il Central Command Usa - Stiamo ancora valutando gli esiti dell'attacco, che ha distrutto una minaccia imminente all'aeroporto, e saremmo molto rattristati da una potenziale perdita di vite innocenti». Anche il Pentagono si è detto «a conoscenza» delle notizie: «Non siamo nella posizione di poter smentire vittime civili», ha ammesso Kirby.

Intanto, è emerso che prima dell'attentato costato la vita anche a 13 militari Usa, la Difesa era a conoscenza di un imminente «evento con vittime di massa» all'aeroporto della capitale, tanto che i comandanti sul campo proposero un piano per chiudere anche l'Abbey Gate entro il pomeriggio di giovedì.

Dalla ricostruzione di Politico, basata su tre colloqui classificati del Pentagono, gli americani decisero invece di mantenere aperto un po' più a lungo l'ingresso per consentire agli alleati britannici di continuare l'evacuazione del loro personale che si trovava al vicino Baron Hotel.

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