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Via alla kermesse romana tra sospetti e veleni La piazza turba gli alleati

Sul palco solo simboli e slogan del Carroccio Meloni: occasione persa per essere uniti

Via alla kermesse romana tra sospetti e veleni La piazza turba gli alleati

Roma In piazza San Giovanni a Roma si lavora a ritmi sostenuti per allestire il palco per la manifestazione di oggi pomeriggio a cui parteciperanno la Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia per protestare contro il governo. Ai lati del palco ci sono quattro striscioni con il Tricolore, sotto c'è la scritta «orgoglio italiano», seguita dal simbolo della Lega (Salvini premier) e infine lo slogan «Prima gli italiani». Al momento non ci sono altri simboli di partito.

Un dettaglio non trascurabile e che gli alleati non mancano di notare e di far notare. Si tenta una prima mediazione tra la Lega e Fratelli d'Italia, le risposte, però, tardano ad arrivare e a metà pomeriggio Giorgia Meloni decide di dettare una nota dai toni affilati in cui chiede conto al Carroccio del perché il suo partito debba sentirsi ospite in casa d'altri in una manifestazione unitaria.

«Fratelli d'Italia, su tutto il territorio nazionale, si sta mobilitando per la grande manifestazione di domani in Piazza San Giovanni. Ci saremo, con le bandiere tricolori, come avevamo promesso e come tutti avevamo annunciato. Mi dispiace però dover scoprire a 24 ore dal suo svolgimento, che quella che doveva essere una manifestazione di tutti avrà in realtà i simboli della Lega, addirittura sul palco. Come se fossimo ospiti in casa d'altri, in una piazza che, con passione, abbiamo contribuito a riempire. Peccato, un'altra occasione persa di dimostrare che siamo compatti, di mettere i sogni del nostro grande popolo prima degli interessi del singolo partito». Una presa di posizione rilanciata dal presidente dei deputati, Francesco Lollobrigida: «La parola per noi vale più di un accordo, non capiamo questo passo indietro: il simbolo della Lega indebolirà la piazza di domani, più che unirla la dividerà».

A quel punto riprende la trattativa. Un dialogo che va avanti anche in serata e dovrebbe portare a un «format» in cui al di là della «cornice» fortemente leghista, ogni leader andrà sul palco con la propria bandiera. Si cerca di stringere anche sulla scaletta e - ferma restando la chiusura affidata a Matteo Salvini - si va verso un programma che dovrebbe prevedere gli interventi dei governatori di regione, quindi anche Giovanni Toti, e la chiusura dei tre leader, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini.

Forza Italia, nonostante le perplessità di alcuni suoi esponenti che hanno espresso dubbi sulla manifestazione - «non è la nostra piazza» dice Mara Carfagna - sarà presente con la delegazione parlamentare che si ritroverà sotto l'obelisco e con alcuni pullman provenienti da varie zone d'Italia. Nel partito aleggiano timori per l'accoglienza che verrà riservata a Berlusconi. L'incognita esiste e le parole dei giorni scorsi di Salvini non l'hanno disinnescata. Il leader di Fi però rassicura: «Non ci sarà alcun problema, vedrete.

E se anche dovesse esserci qualche fischio, l'importante è esserci e dare un segnale».

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