Cronaca internazionale

Khan in carcere, Pakistan in fiamme

L'ex premier in custodia, rivolta nel Paese: scontri, oltre mille arresti e almeno 8 morti

Khan in carcere, Pakistan in fiamme

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Il Pakistan brucia dopo l'arresto, per corruzione, dell'ex primo ministro Imran Khan. Gli scontri sono cominciati martedì, subito dopo il fermo, e ieri sono esplose in tutto il Paese. Quasi mille persone sono state incarcerate e otto sono morte. Il tribunale di Islamabad ha approvato otto giorni di custodia cautelare per l'ex star del cricket 72enne, estromesso dal potere nell'aprile del 2022 e adesso a capo dell'opposizione.

Prima dell'udienza, in un video, Khan ha contestato le accuse e ha affermato che si tratta di una persecuzione politica da parte del governo di Shehbaz Sharif. Il suo partito, il Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI), ha fatto sapere che Khan contesterà la legalità del suo arresto in tribunale, e ha annunciato uno sciopero generale. L'avvocato, Khawaja Harris, ha puntualizzato invece che l'ex premier non aveva ricevuto cibo o un letto per dormire durante la notte. I membri del partito PTI di Khan si sono però fatti subito sentire. E hanno definito l'arresto un «rapimento di stato».

È quello che pensano milioni di suoi sostenitori. A Lahore, Islamabad e Karachi gli scontri sono degenerati in assalti a residenze di personalità considerate nemici dell'ex premier. I servizi internet sono inaccessibili. Chiuse anche le scuole, bloccate alcune autostrade. Una dozzina di edifici pubblici sono stati saccheggiati. I manifestanti sono entrati nell'edificio di Radio Pakistan Peshawar appiccando le fiamme. Hanno poi fatto irruzione in un negozio di armi. Il governo provinciale ha chiesto al ministero degli interni di dispiegare l'esercito.

È stato limitato anche l'accesso ai social media . E la polizia ha arrestato Asad Umar, un leader del partito di Khan, nella sede dell'Alta Corte di Islamabad. Era lì per chiedere un incontro con l'ex premier. L'ala mediatica dell'esercito, ha definito gli scoppi di violenza una cospirazione anti-militare per spingere il Pakistan in una guerra civile. Khan a novembre, è stato ferito da colpi d'arma da fuoco a una gamba durante un comizio nella città di Wazirabad. In quell'occasione l'ex premier ha accusato un alto funzionario dell'intelligence di aver effettuato l'attacco. Un'accusa negata dai militari. Un giorno prima del suo arresto, i militari avevano messo in guardia Khan dal ripetere l'accusa. Ora una sua condanna lo squalificherebbe da un'altra candidatura, forse a vita.

Le elezioni sono previste entro la fine dell'anno.

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