Vincere si può, ma servono più armi e soprattutto quelle di ultima generazione. L'Ucraina torna a chiedere l'aiuto dei Paesi occidentali per cercare di frenare l'avanzata di Mosca. È il tenente colonnello Oleksiy Arestovych, consigliere militare del presidente Volodymyr Zelensky, a fare il conto sulle pagine del Guardian di quello che servirebbe per avere una possibilità di sconfiggere la Russia sul campo: almeno 60 sistemi lanciarazzi multipli (Mlrs), molti di più di quelli promessi finora da Stati Uniti e Regno Unito.
Per quanto gli Mlrs siano «un'arma rivoluzionaria», osserva, non ne sarebbero stati impegnati abbastanza per cambiare le sorti della guerra. «Meno ne prendiamo e peggiore sarà la nostra situazione. Le nostre truppe continueranno a morire e noi continueremo a perdere terreno», spiega l'ufficiale ucraino. «Se otteniamo 60 di questi sistemi - chiarisce Arestovych - i russi perderanno ovunque ogni capacità di avanzare e saranno fermati di colpo; se ne prendiamo 40 avanzeranno, anche se molto lentamente e con pesanti perdite; con 20 continueranno ad avanzare, con un numero di vittime superiore a quello attuale».
Il presidente Zelensky ha detto in un'intervista al Financial Times che «lo stallo nella guerra contro la Russia non è un'opzione accettabile», osservando che la liberazione dei territori ucraini dipende anche da «armi potenti», oltre che dal sostegno politico dell'Occidente e da una forte politica sanzionatoria contro Mosca. Ma la disponibilità dei vari Paesi a rifornire Kiev degli armamenti richiesti non sarebbe sufficiente a dare una svolta al conflitto perché, a detta del New York Times, ci sarebbe un problema di scarse competenze delle forze ucraine nell'uso delle armi più sofisticate, in particolare quelle fornite dalla Nato. L'arsenale ucraino è stato potenziato a dismisura da quando è cominciato il conflitto, ma i soldati sono in difficoltà e non sempre sanno come utilizzarle. «È come se avessimo un iPhone 13 ma fossimo capaci di usarlo solo per telefonare», sintetizza il sergente Dmytro Pysanka, all'inviato del Nyt. Non si tratta solo dei lanciarazzi multipli o dei sistemi radar, spiega il giornale, ma anche di equipaggiamenti individuali, come i binocoli di puntamento a tecnologia laser che potrebbero consentire all'artiglieria di colpire con più precisione i bersagli russi, ma che nessuno sa come utilizzare. Il fatto è che manca l'addestramento necessario, tanto che sempre secondo il Nyt in mancanza della formazione i soldati ucraini ricorrerebbero al traduttore di Google per decifrarne le istruzioni all'utilizzo o ai video tutorial su Internet. Finora il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per evitare di esasperare ulteriormente il conflitto, si è sempre rifiutato di inviare in Ucraina consulenti per insegnare ai soldati ad utilizzare le attrezzature più sofisticate, limitandosi a programmi di addestramento al di fuori del Paese riservati a pochi militari, ai quali poi spetta trasmettere ai commilitoni quanto appreso.
Oltre alle armi che arrivano dai Paesi Nato, gli ucraini ricorrono anche ai sabotatori per danneggiare il nemico. Le loro gesta, raccontate in un sito ad hoc, servono a rallentare il lavoro dei russi innescando incendi, mettendo ordigni sotto le auto, provocando guasti tecnici, interrompendo le linee ferrate con mezzi rudimentali. È già accaduto in diverse occasioni, seppur mai rivendicate ufficialmente da Kiev.
Il sito fornisce anche suggerimenti per quelli che vengono definiti «vendicatori invisibili» ai quali viene spiegato come fare la propria parte provocando più danni possibili agli invasori, anche con i pochi mezzi a disposizione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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