Guerra in Ucraina

Kiev e il piano per la Crimea. Contatto tra Blinken e Lavrov: "Liberare il reporter Usa"

I 12 punti per riprendere la penisola: abbattere il ponte di Kerch, espellere i russi, nuovo nome a Sebastopoli. Telefonata tra capi della diplomazia. Mosca, rimpasto dei vertici militari

Kiev e il piano per la Crimea. Contatto tra Blinken e Lavrov: "Liberare il reporter Usa"

Evgenij Prigozhin sorride dopo aver saputo di essersi quasi liberato del suo acerrimo rivale Gerasimov. È infatti una guerra nella guerra quella che si sta consumando dalle parti del Cremlino, senza esclusione di colpi (compreso l'assassinio del blogger Tatarsky, amico di Prigozhin). Mentre i miliziani della Wagner hanno ottenuto i successi più significativi nel corso dell'Operazione Speciale, l'attacco invernale della Russia in Ucraina non ha prodotto i risultati auspicati. E ora il generale Valery Gerasimov, comandante della macchina militare moscovita, rischia il posto. Secondo un tweet pubblicato dall'Institute for the study of war, il fallimento dell'offensiva starebbe spianando la strada ad un altro rimpasto ai vertici dei comandi militari. Putin era stato chiaro: tutte le regioni di Donetsk e del Luhansk dovevano essere occupate entro il 31 marzo, ma l'esercito regolare si è fatto cogliere più volte di sorpresa dalle armate di Kiev. Per l'MI6 britannico non sarebbe solo di natura tattica il flop di Mosca. Nel consueto aggiornamento quotidiano, gli 007 di Londra sostengono che parte delle perdite delle truppe di Gerasimov vadano attribuite a incidenti, crimini e decessi legati al consumo di alcol tra gli uomini dispiegati. Altre cause di morti lontane dai campi di battaglia andrebbero ricercate nelle esercitazioni con armi scadenti, incidenti stradali e ipotermia.

È ragionevole pensare che Putin voglia dare un giro di vite, e il posto di Gerasimov verrebbe preso dal generale Sergej Surovikin, vicecomandante dell'esercito russo in Ucraina, che si è guadagnato la fama di soldato duro ai limiti della ferocia, tanto da meritarsi il soprannome di «Armageddon». Il probabile siluramento del «rivale» mette di buon umore il boss della Wagner, che con i suoi uomini sta avanzando da ieri verso Avdiivka, nel Donetsk, continua ad accerchiare Bakhmut (libera solo a ovest) e sprigiona una forza di fuoco su Maryinka e Karlovka (42 attacchi nelle ultime 24 ore). Zelensky chiede ai suoi di «tenere duro». A Kostyantynivka ci sono 7 vittime e almeno 12 feriti dopo un blitz Wagner contro abitazioni e persino un asilo. Sempre nel Donetsk ha perso la vita Vitaliy Merinov, campione del mondo di kickboxing. La guerra ha causato la morte di 262 atleti e distrutto 363 impianti sportivi, ha dichiarato il ministro dello Sport, ed ex medaglia d'oro olimpica di scherma Vadym Gutzeit.

Da parte sua Kiev si attrezza per la controffensiva. Il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza, Oleksiy Danilov, ha espresso priorità per la liberazione della Crimea. Operazione che avverrà attraverso 12 punti messi nero su bianco. I due più importanti riguardano la rimozione di quel che resta del ponte di Kerch, simbolo dell'annessione, crollato in parte a ottobre per l'esplosione di un camion-bomba, e la limitazione dei diritti per filorussi e collaborazionisti (dipendenti pubblici, giudici e funzionari delle forze dell'ordine). Del piano fa parte anche un nuovo nome per Sebastopoli, su cui deciderà il Parlamento. «Forse si chiamerà Aqyar», spiega Danilov, l'antico nome che significa «scogliera bianca». e ancora, misure contro i collaborazionisti e espulsione dei russi arrivati sulla penisola dopo l'occupazione. Ma proprio dalla Crimea Mosca sta cercando di arruolare forze fresche. In attesa delle future operazioni di campo, si è aperto un piccolo spiraglio diplomatico circa la situazione del reporter del Wall Street Journal Evan Gershkovich, incarcerato il 30 marzo in Russia con l'accusa di spionaggio. Quantomeno la sua detenzione ha prodotto una telefonata tra Lavrov e Blinken. Gli Usa chiedono «l'immediato rilascio», mentre il ministro degli Esteri di Mosca garantisce a Washington «un processo equo».

Nel 403esimo giorno di battaglia, colpi di mortaio hanno interessato la regione di Sumy (nord est), uccidendo due civili. L'esercito invasore ha distrutto il posto di comando e il centro di comunicazione della 58a brigata di fanteria motorizzata nella regione di Krasny Liman (est). L'arresto di Pavel Lebid, patriarca della Chiesa ortodossa ucraina in seno al Patriarcato di Mosca, ha scatenato l'ira del vice capo del Consiglio di sicurezza russo Medvedev, che ha parlato di «punizione divina per chi ha commesso un simile crimine.

Dio non avrà pietà di voi».

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