L'Ucraina vuole che la flotta Nato intervenga contro i russi rischiando di innescare la terza guerra mondiale. La cancelliera tedesca Angela Merkel getta acqua sul fuoco cercando di mediare, ma la tensione nel cuore dell'Europa è alle stelle. E il presidente americano, Donald Trump, ha cancellato il previsto incontro con Vladimir Putin al G20 di Buenos Aires per la crisi ucraina.
«Noi speriamo che i Paesi Nato siano pronti a inviare unità navali nel mare di Azov a sostegno dell'Ucraina e a garanzia della sicurezza», ha dichiarato il capo di Stato ucraino, Petro Poroshenko, in un'intervista al giornale tedesco Bild. Domenica scorsa tre unità militari di Kiev hanno cercato di passare lo stretto di Kerch, che unisce con un ponte la Russia alla penisola di Crimea annessa nel 2014. Secondo i russi senza alcun preavviso e autorizzazione. Le navi di Mosca hanno speronato le unità ucraine e catturato i marinai, che ieri sono stati trasferiti nella capitale nel carcere di Lefortovo del Fsb, i servizi segreti russi. Le navi ucraine, pur con voluta e burocratica lentezza da parte dei russi, possono passare nel mare di Azov, oltre Kerch, ma devono notificarlo con 48 ore di anticipo. Nello specchio d'acqua, sulle coste ucraine, si trovano gli strategici porti di Mariupol e Berdiansk. Secondo il ministro delle Infrastrutture di Kiev, Volodymyr Omelyan, sarebbero bloccati dai russi. Ben 35 navi non potrebbero entrare o uscire. Il Cremlino nega e sostiene che lo stretto di Kerch «funziona normalmente». A Berlino, il premier ucraino, Volodymyr Groysman, dopo aver incontrato la cancelliera Merkel ha dichiarato: «Ci aspettiamo una dura risposta agli aggressori da parte dei nostri partner internazionali».
I ministri degli Esteri della Nato si riuniranno all'inizio della prossima settimana con il collega ucraino, Pavlo Klimkin, per discutere della contesa tra Russia e Ucraina. Quest'ultima ha anche un piano alternativo rivelato dal comandante della Marina ucraina, Ihor Voronchenko: Kiev vuole chiedere alla Nato di impedire alle navi russe di passare lo stretto del Bosforo. Così la flotta in Crimea non uscirebbe dal Mar Nero e altre unità non arriverebbero dal Mediterraneo. Per farlo la Turchia, membro dell'Alleanza atlantica, deve essere d'accordo, dato che detiene il controllo territoriale del Bosforo. La mediazione del presidente Recep Tayyip Erdogan, che negli ultimi tempi è vicino alla Russia nella partita mediorientale, è stata respinta ieri da Mosca.
La cancelliera Merkel è decisa a intervenire per stemperare la tensione: «Non può esserci una soluzione militare», ovvero una mobilitazione della flotta Nato. Pur addossando la responsabilità dell'escalation «al presidente russo», la leader tedesca ha invitato Kiev a prestare «attenzione» perché «sappiamo che possiamo risolvere le cose solo con la ragionevolezza e il dialogo». Merkel vuole parlare direttamente con Putin al G20 di Buenos Aires, ma bisognerà capire quali saranno le prossime mosse del presidente ucraino.
Poroshenko ha imposto la legge marziale per mobilitare facilmente l'esercito. Non a caso si è fatto fotografare in mimetica a un'esercitazione di carri armati, che sembrava uno scenario di guerra.
Nell'Ucraina orientale i separatisti filo russi controllano, armi in pugno, il Donbass, forse il prossimo obiettivo di una riconquista lampo. Un conflitto dimenticato, che potrebbe riesplodere da un momento all'altro nel cuore dell'Europa.
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