Il killer Usa è un suprematista. E Trump attacca gli studenti

Nikolas Cruz era stato espulso dall'istituto: 17 vittime Il presidente: «Persona disturbata». Ma tace sulle armi

Il killer Usa è un suprematista. E Trump attacca gli studenti

New York - L'ossessione per le armi, i problemi mentali, l'espulsione dalla scuola, la minaccia online che l'Fbi non è riuscita a identificare. Sono tanti i segnali che fanno pensare che quella compiuta dal 19enne Nikolas Cruz al liceo Marjory Stoneman Douglas di Parkland, in Florida, sia una strage annunciata. La seconda più grave in un istituto scolastico dopo la Sandy Hook in Connecticut, nel 2012, con un bilancio drammatico: 17 morti tra studenti e insegnanti, almeno 14 feriti. Per il presidente americano, Donald Trump, un atto di «odio e malvagità».

Tutto è iniziato intorno alle 14.30 locali di mercoledì quando il giovane, cacciato dall'istituto per motivi disciplinari, con indosso una maschera antigas, ha preso il suo fucile d'assalto AR-15 acquistato legalmente, bombe fumogene e molti caricatori e si è recato nella sua ex scuola, iniziando a sparare. Secondo gli investigatori prima ha azionato l'allarme antincendio per far uscire dalle classi alunni e docenti, e aumentare il numero delle vittime. Tre persone sono state uccise fuori dall'edificio, altre 12 in un'ala della scuola. Due feriti, trasportati in ospedale sono deceduti successivamente, tra cui il vice allenatore della squadra di football, morto da eroe mentre tentava di proteggere gli studenti. Dopo aver compiuto la strage Cruz ha cercato di scappare, ma la polizia lo ha catturato nelle vicinanze. È stato incriminato con 17 capi d'accusa per omicidio premeditato. Il giovane ha un passato complicato: rimasto orfano da bambino è stato affidato a una famiglia, ma ha perso anche entrambi i genitori adottivi (il padre anni fa, la madre lo scorso novembre). In vari post su Instagram appare con delle armi in mano, e gli investigatori parlano di immagini e frasi «inquietanti». Il sindaco della contea di Broward, Beam Furr, ha riferito che è stato curato per un certo periodo in una clinica psichiatrica, e in molti lo hanno dipinto come una persona «disturbata», tanto che alunni e professori erano da tempo in allerta. Il 19enne è stato pure membro di una milizia di nazionalisti bianchi della Florida, come ha confermato il leader del gruppo, spiegando che partecipò ad alcune «esercitazioni paramilitari». Oltre l'ossessione per le armi c'è anche quella per l'ex fidanzata, con cui era stato violento in passato, al punto da arrivare a stalkerizzarla. E poi la minaccia online postata su YouTube. L'Fbi lo scorso settembre è stata avvisata da un blogger di un commento lasciato su uno dei suoi video da un utente chiamato Nikolas Cruz: «Diventerò un professionista di stragi scolastiche». Il Bureau, però, ha ammesso dopo il massacro di non essere stato in grado di individuare e identificare l'autore.

Trump, su Twitter, ha scritto: «Ci sono così tanti segnali che il killer fosse mentalmente disturbato. I vicini e i compagni di classe sapevano che era un grande problema. Bisogna sempre denunciare queste preoccupazioni alle autorità». Poi, in diretta tv, ha annunciato che si recherà in visita a Parkland, e promesso che rendere le scuole più sicure sarà una priorità, perché «nessun bambino dovrebbe mai essere in pericolo a scuola». «Siamo uniti come un'unica famiglia, affronteremo il difficile problema della salute mentale», ha aggiunto, senza toccare il tema dell'accesso alle armi da fuoco.

I detrattori ricordano che una delle sue prime mosse è stata cancellare la normativa voluta da Obama dopo il massacro alla scuola elementare Sandy Hook - dove il 20enne Adam Lanza ha ucciso 20 bambini e 6 insegnanti - per impedire ai malati mentali di entrare in possesso di un'arma. E nell'ultimo bilancio, Trump ha tagliato milioni destinati al sistema di controllo delle armi.

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